Un uomo
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...te", osservò timidamente Marisa. "Non me ne parlare, anzi non ne voglio proprio parlare. Tu, piuttosto, cosa fai questa mattina?". "In effetti, non ho molto da fare, Marco si ferma all'università e i ragazzi torneranno nel primo pomeriggio". "Allora ti vengo a prendere, andremo a berci un buon caffè. Ho bisogno di sfogarmi" Marisa non ebbe il tempo per replicare che Paola aveva già riagganciato. Conoscendola, sapeva che entro un'ora Paola sarebbe piombata a casa sua. Il tempo di riassettare quelle poche cose lasciate in sospeso, rimettere la radio a posto, tornare a chiudere per l'ennesima volta il suo libro senza averne letta neppure una riga e l'appuntamento col suo intestino rimandato a chissà quando. Una leggera traccia di fondo tinta sul bel viso ancora giovane, due linee sussurrate vicino agli occhi, ma ancora una volta il suono del campanello del citofono, interruppe quel momento. Era il postino con la solita raccomandata da andare a prendere giù in portone per la firma. Ovviamente il postino sa sempre quando si è in vestaglia e con le pantofole ai piedi! Era il caso, forse, di sedersi un attimo, contare fino a dieci e inspirare profondamente. Era il modo migliore per decongestionarsi e ... [segue »]
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