Scritto da: Andrea Bidin

Il rifiuto ideologico


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...i presenti, nessuno escluso.

"Ciao ragazzi"
Una voce giunse dal retro del bar, tutti si volsero avendo riconosciuto a chi appartesse...

Tirai un pugno rabbioso sulla scrivania, facendo ribaltare il portapenne posizionato vicino al monitor del pc.
"Porca troia" pensai tra me e me. Non ce la facevo più. Ero esausto.
Salvai lo scritto cliccando sull'iconcina a forma di dischetto con il mouse e spensi il monitor per dirigermi poi in cucina: presi del latte dal frigo e lo versai in un bicchiere, che presi in mano poco prima di sedermi sulla sedia di fronte a me.
Mi misi una mano sulla fronte, quasi a coprirmi gli occhi dalla vergogna. Quel lavoro faceva chiaramente schifo, non mi piaceva, non era ispirato, trattava argomenti futili e banali. Non era quello ciò di cui volevo scrivere, decantare le gesta, approfondire lo studio.
No. Quella era semplice merda. Era immondizia.
Poi osservai il frigo desolatamente povero di vivande.
"Vaffanculo editore di merda! Te e le tue 100.000 copie minime da vendere. Fanculo, fanculo, fanculo!"
Non riuscivo a calmarmi tanta era la rabbia che provavo nei confronti di chi provvedeva a fornirmi uno stipendio e garantirmi dei diritti retribuiti sulle mie "opere".
"Ma come posso ... [segue »]
Composto domenica 17 gennaio 2010

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