Il Salto dell'Angelo (racconto di viaggio)
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...monti lontani. In alto era stretta e compatta e precipitava, scrosciando fragorosamente, per quasi un chilometro sulla parete rocciosa, come un liquido nastro d'argento pompato a viva forza. La colonna d'acqua, inciampando qua e là sugli spuntoni, sollevava aureole luminose e volatili merletti di goccioline. Non riuscivo a vedere su, in alto, il punto d'origine che pareva svanire in una densa nuvola di spuma. Chissà perché mi parve che la cascata provenisse da un gigantesco rubinetto, piantato direttamente nel cielo: un rubinetto dimenticato aperto dal Padre dei Cieli per svuotarne le vasche. E giù in basso, precipitando nell'ampia conca di piante lussureggianti, il flusso rombante dell'acqua svaporava in un'immensa nuvola di trine e veli bianchi da sposa, che si risollevavano verso l'alto, creando e scomponendo arcobaleni evanescenti.
In me, la pompa del cuore continuava a lavorare a pieno ritmo per la fatica, ma io cominciai a sentirmi pienamente felice di essere vivo e di respirare a pieni polmoni. Subito iniziarono gli squittii delle fotocamere digitali. Tutti si esibivano in pose plastiche, dando le spalle al Salto dell'Angelo o indicandolo con la manina protesa, mentre un'acquerugiola fine, portata dal vento, si depositava sui loro volti estasiati. Una coppia di fidanzati volle ... [segue »]
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