Il sorriso di Paola
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La mattina era fresca, pulita e l'aria mi accarezzava piacevolmente le guance. Il sole aveva da poco fatto capolino sui tetti rossi delle case. La città si stava lentamente destando e, con essa, anche il consueto caos, mentre camminavo sul marciapiede, senza fretta. Mi piaceva moltissimo assaporare ogni dettaglio, ogni particolare di quel nuovo giorno che stava nascendo.
Era in assoluto uno dei momenti che preferivo! Uno dei pochi, preziosissimi attimi in cui la vita tornava a sorridermi e in cui riuscivo a scorgere ancora un flebile, ma incoraggiante, barlume di speranza...
Avanzando accanto agli edifici, annusavo l'aria, alla ricerca di quell'inebriante profumo di pane appena sfornato che giungeva, puntualmente, dal forno all'angolo. Osservavo i timidi ciuffi d'erba che, vittoriosi, sbucavano dall'asfalto. Ascoltavo i suoni, quasi impercettibili, di posate e tazzine che venivano disposte o riposte per la colazione, e che arrivavano dalle finestre socchiuse.
Sentivo, però, gli occhi pesanti, per via dell'ennesima notte in bianco, e le gambe avevano qualche piccolo cedimento, ma... nulla mi avrebbe impedito di essere partecipe di quella magia che si ripeteva costantemente, incurante dei dolori e dei problemi della gente.
Le prime ore della mattina, subito dopo l'alba, avevano per me un fascino particolare.... [segue »]
Composto nel agosto 2009
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