Scritto da: Gladys Rovini

Come un girasole


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...chilometri di distanza, mi rifugiai da parenti lontani. Il consiglio di chi mi voleva bene e il terrore di ricadere nell'incubo mi fecero desistere da quella inutile fuga."
"Che coraggio!"
"Non so se fu coraggio, ma semplicemente lo feci" dissi accarezzandole le braccia.
"I miei genitori mi misero alle strette e dovetti scegliere: continuare a farmi del male o tentare di recuperare la mia esistenza e trasformarla in una gradevole vita da 22enne..." dissi serio.
"Gettare tutti i miei sogni, i miei ideali, i miei progetti in un torrente dove l'acqua scorreva tumultuosamente... o tentare di recuperarli dignitosamente."
"Sono consapevole della scelta che hai fatto" ammise lei.
"La vita in comunità era certe volte un delirio... dovevi dividere gli spazi con gli altri e non sempre c'era l'indulgenza necessaria ad una buona convivenza. Poi ognuno era inizialmente perso nel suo mondo, come assente. Anch'io me ne infischiavo delle esigenze e delle necessità altrui... c'ero solo io. Io con la mia astinenza, io con il mio programma snervante, io con le mie sedute noiose e apparentemente inutili, io con i miei doveri e con i miei divieti... al centro di tutto io. Ma un io depresso, svogliato e bramoso si farsi ... [segue »]
Composto nel agosto 2009

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