Come un girasole
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...possibile dare una risposta a questo quesito? Comprendere davvero la motivazione che spinge una persona qualsiasi ad iniziare ad iniettarsi, più volte al giorno, senza remore, una sostanza che sa, lo sa benissimo, fa solo e sempre male?
Cosa succede nella mente di un individuo nel momento in cui si trova un luogo isolato dove potersi estraniare liberamente, si prepara la siringa, infila l'ago, aspira la sostanza e cerca una vena che possa accogliere, al meglio, quell'intruglio chimico? E cosa succede, ancora, quando attende che il liquido entri circolo, che provochi quelle sensazioni ineguagliabili, forti e devastanti, delle quali, in un attimo, si diventa irrimediabilmente schiavi?
Cosa succede quando si arriva a frugare, disperatamente, nella borsa della madre per racimolare anche solo una misera banconota da spendere al parco più diffamato della città, magari di notte, scavalcando i corpi adagiati al suolo e che hanno ancora le siringhe penzolanti dalle braccia?
Cosa succede quando si vedono i malati, gli esclusi, i ripudiati e si continua, imperterriti, ad abbeverarsi a quella fonte di dolore e di malessere?
Non lo sapevo. Dopo due anni di comunità, sedute di analisi, incontri, confronti, relazioni, visite mediche, medicinali, lavori di volontariato, alzatacce quotidiane alle sei del mattino, richieste scritte ... [segue »]
Composto nel agosto 2009
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