Intervista ad uno zingaro
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Introduzione
"Si può nascere in Paradiso senza poter godere dei suoi frutti".
Questa affermazione di origine incerta viene da chi sa dove penetrando i dolci sogni di un riposo mattutino e, nel suo esserci, comunica quanto di quella componente umana vibra al pensiero del bello, del giusto e della dignità di un uomo.
Gimmy un uomo ancora non è e, quando lo diventerà, scoprirà che quella affermazione per lui, è di storta; che quella dolcezza profusa, che tanto assomiglia al sapore di mamma, lui non l'ha mai vissuta; che il suono distorto torna a far male e a far pensare ad una madre che lo ha venduto, che non ha voluto provare le forti emozioni di quel figlio, di quello che sarebbe potuto essere e che non è mai stato.
Raccontare questa storia, ordinaria se si vuole, è un modo per distaccarsi da queste infamità e la carta e la penna diventano strumento per schierarmi dalla parte dell'infelice, il cui unico merito è quello di non accettare la sua infelicità.
Parte prima
La prima volta che mi sono imbattuta nel termine "argati" lo considerai di mero significato letterario: riprendeva la parola "argat", slava, il cui vero significato è "operaio".
Per gli zingari,... [segue »]
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