La chiamiamo fortuna?
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...vorrei individuare, non separare dal contesto in cui si è formato, darle delle linee guida, non dei confini. Esplicitarlo, dargli una forma.
Esito, nello scrivere nel pensarti, perché mi sono esclusa, mi sto allontanando. Lo faccio per proteggerci penso che la conclusione sarà questa: niente di sbagliato, ma nulla di giusto. Cioè io penso che sia mancato qualcosa di importante, di troppo significativo: il vedersi più spesso per innamorarsi. Roma e Milano: universitarie. Eppure, sono innamorata di te, nella misura in cui parlando con te ti immagino e le altre cose si rimpiccioliscono. Nella misura in cui voglio prendermi cura di me per stare bene quando sono con te. Nella misura in cui alle cose importanti si permetta di essere, di salire a galla. Nell'immaginazione del futuro più sereno che si sta avvicinando. C'è dell'incompletezza, forse.
Sono lì e lo so cosa prova. La mia poca fiducia in me, negativamente, o più neutralmente, fa emergere che manca qualcosa o qualcosa è incompleto, o poco basato. La differenza su cosa si basa un'amicizia e su cosa si basi l'amore. Conoscenza. Mi manca del linguaggio? Perché ho così tanta necessità di definirmi, definirci?
Mi sbaglio, sono attratta da te e nella maniera meno ... [segue »]
Composto mercoledì 1 aprile 2020
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