La chiamiamo fortuna?
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...relazioni ultradecennali il resoconto non è un contratto. Penso che ciò che ho condiviso con te sia stata (oltre che la parte che potevi comprendere) la parte di me di cui ero orgogliosa di raccontare. E di altre persone ho omesso perché voglio omettere, e mettere via.
La necessità di dare un nome è per avere un confine in cui muoversi in cui indagare l'intimità una dell'altra. L'intimità data da quelle storie che ognuna di noi più profondamente porta con sé, alcune costudite, altre nascoste. L'intimità data dalla quotidianità, dal lasciarsi giudicare, dall'ascoltare. Provare a definire cosa significa volerti bene, cosa comporta il pensarti tanto, il sentirti così presente. Pensare a questa idea che complessivamente mi sono fatta di te, di cui ne sono affascinata, da cui ne sono lusingata. Una fonte di ispirazione coraggio e bontà, che sta riuscendo a sfondare il mio essere così permalosa, nel parlarmi, nell'osare chiedere. Una capacità di entrare nel mio pensiero e di saperlo guidare consigliare: la fiducia che hai conquistato.
Ciò ha riportato a galla anche la mia fragilità e la mia confusione, che erano mischiate, schiacciate in un tentato silenzio autoimposto. Spero di riuscire a mostrarti questi lati di me, di ... [segue »]
Composto mercoledì 1 aprile 2020
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