Come Tragedia
Scegli la pagina:
...si concentra sulla punta delle dita che si torturano l'un l'altra, che si stirano e si piegano come sorelle invidiose. Rachele per suo conto era il ritratto della calma; serafica l'angelica Rachele che un sorriso gli rivolgeva quando lo incontrava, che si scusava se non poteva vederlo, che si nascondeva dietro la cortesia più perfetta, la cortesia professionista, la cortesia di chi aspetta solo che il cadavere del nemico gli sfili davanti lungo il fiume; la cortesia che mente, la cortesia velenosa, adamantina, inattaccabile. Mai era stata così trasparente, mai così oscura. Chi mentiva tra i due? Chi giocava con chi?
Joshua: Che fai stasera Rachele?
Rachele: Lavoro stasera e per tutto il fine settimana. Mi dispiace. Non posso esserci.
Joshua: Non importa, faremo un'altra volta.
Rachele: Sì. Ti cerco io.
Joshua: Chiama però! Che ci tengo.
E mai lo aveva cercato; quanto, quanto aveva aspettato! Non dubitava che lei fosse impegnata, non credeva che mentisse, eppure non chiamava. Neanche per dire di smetterla di vedersi. Quando la cercava ed era libera lo accoglieva in casa, sempre che fosse lui a chiederlo, era come per Joshua doversi imporre per godere della presenza di Rachele. Fu in quei giorni che cominciò a sentirsi ... [segue »]
Composto giovedì 30 novembre 2000
Leggi un altro Racconto Tutti gli Argomenti
Immagini con frasi
Consigliati
Ultimi argomenti inseriti
Commenti