La Bella e la Notte
Capitolo: 2 - L'incendioScegli la pagina:
...alla prima puntura di spillo, fosse stata anche una semplice battuta; che il superduro della notte, non disponendo dell'intelletto - da scuola elementare - necessario a cogliere, prendeva come offesa personale. Come un affronto, ma come ci si permetteva tale oltraggio a lui, il più tosto di tutti i tosti?; ed allora giù schiaffoni: sempre che a prenderseli fosse un poveretto qualunque: magrolino, vestito male, con lo sguardo da fesso e l'atteggiamento di chi è uscito dall'oratorio per ultimo. In definitiva, un concentrato deambulante di sfighe. Le vedevo aggirarsi timorose, 'ste macchiette, dinanzi all'entrata dei locali alla moda; s'appoggiavano rassegnati sulle auto in sosta, a farsi sfilare sotto il naso gli atteggioni con le squinzie, che s'infilavano a frotte in discoteca, privilegio loro precluso. Discoteca alla porta della quale sostava - guarda un po'? -, roccia nei turbini della tempesta, il nostro corpulento Esponente della Razza Eletta; un Muro di Berlino insuperabile, a tutela della sicurezza del locale contro gli sfigati scappati dall'acquasantiera - alla tenera età di trent'anni, o giù di lì-. Che dire: una difesa strenua, un impegno irto di pericoli, un incarico da assolvere con il mozzicone stretto tra i denti; che, difatti, il nostro mordicchiava immancabilmente.... [segue »]
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