Scritto da: Pino Conte

La Bella e la Notte

Capitolo: 3 - Occhiate

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...chiaro che il fesso -capito il gioco- regolarmente rispondeva, alla pupa di turno -ripeto, si comportano tutte allo stesso modo-: “ecco, ci siamo, è l’ora dell’interrogazione: sono preparatissimo, professoressa, ho studiato tutta la notte, chieda pure”. Tutta la notte?, io studiavo tutte le notti, una via l’altra, avevo perso il conto, lo facevo da sempre e cominciavo a pensare che per sempre, fino all’eternità, avrei continuato a farlo. E comunque, a quella mia domanda tattica, sfoderata di risposta al femminile sguardo inquisitorio, la finivano di farmi a fettine con gli occhi, ricamati di matita, di lucido, di brillantini, e si mettevano tranquille; così che lo sguardo delle donne diventava splendente, solare, una spiaggia di sabbia bianca sul mare azzurro e fermo. Come sempre, singolari riflessioni del genere mi aleggiavano in zucca, impegnato a vestirmi per uscire, in quanto l’ora si avvicinava, e presto le lancette si sarebbero trovate sovrapposte sul 12. La luna era piena. Non mi fornivano una mano, né un dito, né un’unghia, nel tentativo vano di svelare simili arcani, i compagni di viaggio che ancora non s’erano rassegnati, ed assistevano -spero per loro divertendosi- alle mie incursioni nei misteri delle tenebre e dell’animo femminile. Taceva il gallo ... [segue »]

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