La Bella e la Notte
Capitolo: 3 - OcchiateScegli la pagina:
...di nulla. Ed ora?, ed ora t’attacchi, alla maniglia che hai evitato di afferrare: la volontà, l’impegno, la costanza, e ti ci attacchi con la stessa cura con cui hai evitato di accorgerti dei crateri che ti bollivano sotto il sedere. Per scorgere i quali gli occhiali non sono affatto necessari, essendo bastata ed avanzata la caldazza della lava che t’ha tenuto in caldo il fondoschiena tutto ‘sto tempo. Fingevi, si, ma la caldazza al fondoschiena, quella non mentiva.
Le avevo sfiorato l’avambraccio con le dita, come avessi voluto levarle la polvere di dosso. Lei mi aveva sfiorato la spalla con la mano, come avesse voluto ringraziarmi. Mi annusava, come fanno gli animali prima dell’approccio?, forse si, forse no. La rividi al Jazz Club, stringeva tra le braccia esili una motosega; per farmi a pezzi. Ci riuscì. Mi sferrò un colpo da ko, dei più devastanti: quelli che non passano mai, perché non lasciano segni sul viso, ma li imprimono dentro, a fuoco, con il fuoco sacro del dolore. Non ardono di sacralità le sole fiamme degli Dei, dei Calici, e dei Vulcani; rimasti in terra, i vulcani, a ricordarci che non sono parto della fantasia gli Dei, i Calici,... [segue »]
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