La Bella e la Notte
Capitolo: 3 - OcchiateScegli la pagina:
...Il calice è di Martini bianco con ghiaccio e limone, è sufficiente un cenno al barman e mi è servito all’istante, sul sottobicchiere con gli angoli smussati e, di fianco, i salatini nella vaschetta, non m’importa un fico secco degli abissi del creato che mi segano la terra sotto i piedi. M’inghiottiranno presto?, che lo facciano, sprofonderò con le labbra umide di aperitivo e salate di panzerottini. Se ti metti a pensare, al nulla spaventoso su cui cammini, non fai più un passo; sotto la suola delle scarpe c’è il niente, che sale leggero come l’aria calda, e t’invade l’anima. Allora fingi sorpresa, fingi stupore, fingi di accorgerti solo allora che hai deambulato tutto quel tempo sull’aria fritta; finzione allo stato puro, perché lo sapevi benissimo ma non lo davi a vedere, che eri a passeggio sulle chiacchiere del buon tempo. Chiacchiere con te stesso, prima che con l’altro. A sua insindacabile discrezione il puro caso decide che sia giunto il tempo di piazzarti gli occhiali sopra il naso e, se non vai dall’ottico, ci pensa lui a metterti le lenti sugli occhi: ritrovata la vista d’aquila, col fischio che ce la fai a giocare al furbo, che fà finta ... [segue »]
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