Scritto da: Pino Conte

La Bella e la Notte

Capitolo: 4 - Il morto che urla (sotto l'albero di Natale)

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...gli davo una sfogliata, per accertarmi che le pagine non fossero incollate tra loro. Il fruscio delle banconote sapeva di lamè, morbido tessuto dai fili argentati che accarezzava un’arrendevole “femme fatale”, la quale mi sussurrava all’orecchio “prendimi, prendimi”. Che insisteva, “per una volta, non essere stupido”. Il Pescecane diede fiato alle fauci, rompendo il silenzio che si era impossessato del suo ufficio; fuori infuriava la tempesta. Disse che quello era solo un anticipo, una scarica di tuoni fece tremare i vetri delle finestre. Fui tentato, dalla “femme fatale”, naturalmente; ma prim’ancora, dalla smazzata delle bollette inevase cui i quattrini m’avrebbero permesso di procedere, bollette che fungevano ormai da rifugio per la polvere. Non avevo cameriere alle dipendenze, parliamo di prosaica polvere grigia. Era l’unico tipo che m’interessasse, al momento, non mi fregava nulla di quella bianca, di chi se la pippava, di chi pippandosela ci aveva rimesso la vita, di chi piangeva il fratellino dipartito da pippata: la bellissima sorella, che m’aveva ingaggiato. Bellissima, senza dubbio, qualità che non fugava il mio dubbio sulla sua parte, la parte del coccodrillo che piangeva sul latte versato; non si poteva mai sapere, metti caso che per tirarsi sù il morale si facesse ... [segue »]

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