Scritto da: Pino Conte

La Bella e la Notte

Capitolo: 4 - Il morto che urla (sotto l'albero di Natale)

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...spassavano.

Il ghigno malefico del Signore degli Abissi, del Re della Perdizione, si spalancò in un sorriso a quarantadue denti, denti umani, che mollavano la preda e la riportavano alla superficie del mondo. La monumentale mandibola da predatore s’era dissolta nella cordialità interessata di chi, tra muso duro e guanto di velluto, propendeva per il guanto di velluto. Mi stava tendendo una trappola?, voleva cogliermi impreparato, per azzannarmi a colpo sicuro? Fece qualche passo ed avanzò lentamente verso di me, ne attendevo le mosse incollato alla poltrona dinanzi alla scrivania; sfiorando l’angolo di essa, ci girò attorno, e ci si sedette dietro, sulla sedia con i braccioli imbottiti. Il Signore era salito in cattedra, il Re s’era piazzato sul trono. E da lì, giocò la sua carta, con la freddezza, la lontananza, la calma, allenate da anni ed anni di pratica, negli intrighi più sordidi, negli intrallazzi più sporchi. Si piegò verso il cassetto, e per un’eternità temetti per la mia vita. O, può darsi, gongolai, perché -finalmente! - stava per finire, che liberazione. Non avrei più dovuto contare il tempo che correva dall’alba al tramonto senza che il telefono trillasse, per l’occasione che attendevo da una vita e che ... [segue »]

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