Scritto da: Pino Conte

La Bella e la Notte

Capitolo: 4 - Il morto che urla (sotto l'albero di Natale)

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...il proprio! M’era capitato di tutto, mai di vedere un cin a Santa Klaus in veste di comparsa piuttosto che di protagonista, messo in secondo piano dall’invio di sigle incomprensibili, destinate ad amici immaginari. Il quartetto correva dietro ai fantasmi; si, ai fantasmi, lenzuola bianche col buco nero per gli occhi, privi di consistenza. E di parola. Se così non fosse, perché non parlarci? E potendoci parlare, perché non a cin-cin concluso? Non durava mica un secolo, il brindisi. Amiche per la pelle, compiaciute degli schiamazzi in cui s’erano profuse fatto il loro ingresso nel locale, schiamazzi così profumati e scollacciati che era stato impossibile non voltarsi, per capire da dove provenisse tanta strillata allegria. Una baldoria contagiosa, che m’aveva messo di buon’umore, e che subito dopo era stata colpita a morte, dai lenzuoli bianchi col buco nero per gli occhi. Non fosse stato per l’incantata presenza di Isa Bella, il mio buon’umore -ed io con esso- saremmo finiti stesi lunghi sul pavimento, e ci saremmo restati tutta la nottata. Pochi cubetti di ghiaccio sgusciarono dal secchiello, e rotolarono sui mattoni grigio antracite del Jazz Club, lucenti per lo spasso che loro provocava la fuga improvvisa. Almeno loro se la ... [segue »]

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