Scritto da: Pino Conte

La Bella e la Notte

Capitolo: 4 - Il morto che urla (sotto l'albero di Natale)

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...il volto; appariva di un aspetto sinistro, e con l’aria incavolata nera, del rinoceronte perseguitato dalla zanzara che gli ronza attorno, di cui non è capace di liberarsi. Aveva capito tutto. Ah!, se Isa Bella m’avesse ammirato, come tenevo in pugno quel bestione, come ci giocavo, il cacciatore che prende il rino per il corno, e non lo molla. Men che meno, si decide a finirlo, in un desiderio di prolungargli la meritata agonia che sconfina nella crudeltà. Io tacevo, altrettanto faceva lui. Aveva finto di ignorarmi, appena ero entrato nel suo ufficio?, adesso era il mio turno, facevo altrettanto, ripagandolo della stessa moneta. Era tutto un gioco di finzioni, di apparenze; era tutta una recita. La Tinatarner del JC recitava?, mah, e chi lo sà. Ignoravo se davvero non mi notasse, o -appunto- pur avendomi messo a fuoco, fingeva con cura di snobbarmi. Fatto stava che, con simile suo atteggiamento, altro che maestosa e solenne -come riportato sopra-, una “fimmina sicula” pareva, nulla a che spartire con la Sade (la cantante) né con il De Sade (il Marchese). Una siciliana d’altri tempi che, precipitata dalla vetta dello Stromboli, o dalla cima dell’Etna, era rotolata giù per i decenni, ed ... [segue »]

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