Scritto da: Pino Conte

La Bella e la Notte

Capitolo: 4 - Il morto che urla (sotto l'albero di Natale)

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...storia. Vogliamo dirlo?, e diciamolo, và; mi veniva in mente Sade non unicamente per via dell’artista di colore, anche per via dell’omonimo, il Marchese de Sade, simbolo dello spirito libero, immagine di libertinaggio spinto, modello di inarrivabili sfrenatezze. Nella notte Santa, ero in grado d’indiavolarmi, e di fiondarmi dalla Bella per dirgliele chiare e tonde, ‘ste robe, tonde al pari delle sue.

Riposti i miei sulfurei intenti, mi rimisi al lavoro. La maggiorata che era venuta a frignare nel mio ufficio s’era giustificata, in modo convincente; era trascorso un anno, dal fattaccio, ma lei non aveva dormito, nel frattempo (a guardarla, non si sarebbe detto). Tanto ci aveva messo a rintracciare un tipastro che aveva assistito alla morte del fratello; un tipastro grande e grosso, al quale - naturalmente- non aveva strappato se non minacce assortite alle sue grazie, vintone il caparbio silenzio. Non solo l’aveva rintracciato, gli si era presentata (di persona), illudendosi di sapere da costui come e perché il fratello ci avesse rimesso le penne, nella piscina del Pescecane in pantofole griffate (con lo stemma di famiglia). Il tipastro sulle prime aveva taciuto e l’aveva ignorata, dopo, non sapendo come levarsela dai piedi, l’aveva pesantemente minacciata. Al ... [segue »]

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