Scritto da: Pino Conte

La Bella e la Notte

Capitolo: 4 - Il morto che urla (sotto l'albero di Natale)

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...avevo necessità di rifiatare; la bombola d’ossigeno si trovava al Jazz Club. 25 Dicembre, notte di Natale, le cameriere vestite da Babbo Natale servivano calici di “champagne”, portati in alto per il cincin; qualche brindisi eccessivamente energico mandava in frantumi i bicchieri, che si scontravano in aria come le auto per strada, negli incidenti. Scongiurati, nella ricorrenza della Natività, le strade erano tracce impresse dai cammelli, la città dune di sabbia nel deserto; una landa spopolata, di cui il silenzio s’era impossessato infilandosi con impeto in vie, viali, strade, piazze. Silenzio assoluto, non volava una mosca. Al JC, altro pianeta, a partire dalle cameriere, per precisare: non vestite, ma svestite da Babbo Natale, gonna rossa -orlata di peluche bianco con stelline intermittenti- che per adocchiarla necessitava il microscopio e stivali neri, tacco e punta affilati, non proprio adatti alla guida della slitta ed alla discesa per i camini. Piuttosto, idonei ad affettare per benino la clientela, che, come sempre nelle feste “comandate”, era costituita in gran parte da pincopalli che non vedevano mondo se non in simili occasioni. Per fortuna, non c’erano solo impiegati sfuggiti alla noia mortale dei numeri incolonnati, al dolore lancinante al gomito per timbrate a raffica,... [segue »]

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