Scritto da: Pino Conte

La Bella e la Notte

Capitolo: 4 - Il morto che urla (sotto l'albero di Natale)

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...sul tavolo a piagnucolare, le lacrime che scioglievano la matita nera passata intorno agli occhi. Ero intento a leggere il quotidiano del (tardo, per me) mattino; avevo le gambe stese ed i piedi accavallati, con i tacchi sullo spigolo del tavolo, e la sedia sollevata sulle gambe anteriori, che si reggeva in contrappeso solo su quelle posteriori. Solo per miracolo, appena la vidi, non caddi all’indietro, non finii con la schiena a terra e le gambe per aria. Entrò senza bussare, era evidente -ad occhio nudo- che era tipa da non averne bisogno: uno stacco di gamba da chiedere l’autorizzazione alla torre di controllo, prima di rivolgere la parola alla tipa. Non sono un ciclope, ma neppure un lillipuziano; mi sovrastava di una spanna, grazie ai tacchi a spillo che si aggiungevano alle doti naturali. Le lacrime che le rigavano il viso stavano assumendo portata preoccupante, oltre al minaccioso colore scuro, per via della matita di trucco che si scioglieva; era un torrente in piena che scuoteva il fondo melmoso delle sue pene, sollevandone il torbido, che affiorava così in superficie. Le porsi un fazzolettino di carta, invitandola a spiegarmi che cosa potevo fare per lei.

Singhiozzando, vuotò il sacco; ... [segue »]

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