Scritto da: Pino Conte

La Bella e la Notte

Capitolo: 4 - Il morto che urla (sotto l'albero di Natale)

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...Ero stato ottimista, oltre che incauto; il Pescecane appeso all’argano della banchina? Sapevo che costui era socio dello Yachting Club Velico, non un socio qualunque, ma uno dei componenti il granitico patto di sindacato che ne controllava l’amministrazione. Amministrazione tra le cui zampe transitavano, tanto per gradire, banconote a pacchi, la misura era quella delle stecche di sigarette. L’apparato stritolatore, ben saldo nella mandibola del Signore degli Abissi, si schiudeva, e si preparava a trafiggermi. La sua gola era un antro profondo, da cui affioravano episodi non memorabili della mia non memorabile esistenza. A cominciare dall’ultimo, per risalire indietro nel tempo: tranquilli, non farò il riassunto delle puntate precedenti, limitandomi strettamente all’ultima di esse. Vissuta al Jazz Club, e dove, sennò?

Era il periodo travolgente delle vacanze di Natale, l’abbiamo detto e ripetuto; quattro amiche s’erano date appuntamento al JC per festeggiarlo a dovere, e per scambiarsi -profondamente sentiti- gli auguri. Perciò, avevano ordinato la bottiglia di champagne, che era stato loro servito freddo, nel secchiello argenteo traboccante di cubetti di ghiaccio; le fantastiche quattro avevano brindato col calice levato in alto in una mano, ed il cellulare nell’altra. Acceso. In funzione. Che inviava messaggini, digitato freneticamente, da ciascuna di esse ... [segue »]

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