Dialogo tra me e Sofia
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...e tanti altri beni che sono la ricchezza sociale degli esseri viventi.
"In questo mondo tutto è regolarmente concatenato, ogni cosa ed ogni atto contribuisce e si ripercuote, infatti, nel sistema. Bisogna, quindi, pensare che il benessere sociale è il benessere del singolo e che il benessere del singolo arreca danno a tutta la collettività. La vita potrebbe anche definirsi una sventura, ma ossigenare la stessa è da stolti. Non dimentichiamo che la vita è un passaggio obbligato, a cui ogni essere vivente non può sottrarsi, essendo venuto al mondo non per sua volontà, ed a forza poi deve recitare la sua parte, che può, talvolta, essere definita commedia, tragedia, ma di dramma si tratta, dove ogni essere indossa a suo malgrado temporaneamente una convenzionale livrea, da medico o da macellaio, da principe o da netturbino, d'avvocato o da ciarlatano, da re o da servo e così via. Però, sotto queste false apparenze e diverse esteriorità su ognuno di noi, attore più o meno protagonista, regna sovrana l'uguaglianza e la realtà: il destino comune della morte. Quindi, raccogliere anche qualche briciola di felicità o di gioia che la breve vita ci dà, significa giungere ad essere felici".
È vero. Un ... [segue »]
Composto mercoledì 6 dicembre 2000
dal libro "Accenti d'amore e di sdegno" di Gino Ragusa Di Romano
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