Dialogo tra me e Sofia
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...propria testa; deve saper discernere e criticare, senza mai accettare sic et simpliciter il pensiero della pubblica opinione, le cattive usanze, soprattutto se contrarie al benessere sociale, le notizie dei mass media, che schiamazzano forte ed arrivano lontano. L'uomo che pensa con la mente altrui ed è cosciente del suo operato è uno schiavo, che per tutta la vita non avrà libertà né di pensiero, né d'azione; al massimo diverrà un liberto, ma sarà sempre una banderuola che a discapito di tutta la collettività si orienterà a seconda del soffio eolico, mostrando una coccarda per ogni occasione; sarà un essere fittizio, di convenienza, di carta, fragile e volubile come il foglio di un giornale che si legge quotidianamente e poi si butta; la sua vita sarà pesante e cupa come l'atmosfera d'una discoteca, dove circolano idee malsane, droghe e liquori funesti".
È bello, mia cara Sofia, vedere un uomo elevarsi con profitto, con le sue proprie forze, senza mai sovrastare chi rimane mediocre, ma compensarlo, di modo che l'altro non si senta tale. È bello vedere un uomo librarsi in nuovi e più spaziosi orizzonti, dopo aver risolto attraverso il suo ragionamento una difficoltà sociale o trovato una soluzione pacifica ... [segue »]
Composto mercoledì 6 dicembre 2000
dal libro "Accenti d'amore e di sdegno" di Gino Ragusa Di Romano
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