Dialogo tra me e Sofia
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...per dirimere qualsiasi controversia. Non essere numero di vile pecorame, ma persona con un suo pensiero personale che lo distingue, a tutto vantaggio ed onore della collettività, da quegli esseri leggeri, che non sanno quello che sono, che cosa diverranno, che dimenticano o ignorano perfino la loro origine.
"Questo è il vivere degli animali, i quali dopo essersi pasciuti placidamente si addormentano al sole; è come il vegetare delle piante sul campo della loro immobilità; è come la vita del mollusco che vive aggrappato alla roccia, la cui unica attività consiste solo nell'aprire di tanto intanto il vuoto delle sue valvole, attraverso le quali passa il fluido vitale. Quando io guardo la nostra società contemporanea, sento compassione della moltitudine umana che, simile ad esseri atrofizzati, vive la sua esistenza meschina e miserabile senza entusiasmo, senza una fiamma di ardore, senza un grande dolore forse, perché il molto soffrire spesso non s'accorda con le mediocri intelligenze, ma anche senza letizia, senza quella felicità elettiva, apportatrice di novelli pensieri e sbocciante al sole dei nostri sforzi più bella e più profonda del raggiante ed olezzante dei fiori. Questa è l'epoca in cui prevale la dottrina del minimo sforzo, del nepotismo, della raccomandazione,... [segue »]
Composto mercoledì 6 dicembre 2000
dal libro "Accenti d'amore e di sdegno" di Gino Ragusa Di Romano
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