Io... "spero" riusciate a comprendere che vi librate, come quasi sempre, in un vortice senza né capo né coda, che prima o poi si placa da sé, lasciando ciascuno sulle sue posizioni. Che sono poi posizioni indefinite, appena abbozzate, frustranti sia per chi tenta di interpretarle che - presumo - per chi le sostiene. Ma spesso, oltre a ciò, sono anche maschere, ruoli nei quali ciascuno si immedesima intervenendo in questo piccolo grande gioco della chat con certe caratteristiche anziché con altre.
Bisognerebbe andare un tantino più in là, e tentare di capire di cosa si parla, e parlarne con grande attenzione. Anche perché, bene o male, su questo sito parliamo non solo a chi interviene nella discussione, ma anche al solo e semplice "viandante" che legge.
In questo dibattito, la speranza viene intesa come un che di statico, attinente all'operato altrui, o del caso, o del destino, o di una fantomatica divinità: una componente inerziale della vita, adatta a chi si siede ed aspetta.
NIENTE DI PIU' ERRATO. La speranza è una delle componenti essenziali di chi, nella vita, gioca in attacco, e non in difesa.
LA SPERANZA E' RISCHIO. E' credere in se stessi, non nel mago Bakù. E il credere in se stessi, quando ci si creda davvero, include anche il credere in tutta l'umanità e nel suo destino.
La speranza non è cosa per insicuri, ma è cosa per chi è veramente sicuro di sé, anche contro ogni possibile esperienza contraria. La speranza è la molla che spesso ha condotto singoli uomini, e talora l'umanità intera, a sovvertire "destini" avversi in cui sembrava che tutto fosse perduto.
La concezione secondo cui chi crede in Dio affida a potenze sconosciute ed esterne il governo e la pianificazione della propria vita è un errore abissale. La fede, la speranza e la carità, prima che cose attinenti alla sfera delle credenze statiche ed attendistiche, sono FIDUCIA in se stessi, nel mondo, nella vita, nell'intero Universo che ci circonda e di cui facciamo parte.
Quindi, contrariamente a quanto asserisce questa frase, la speranza è la massima capacità di reazione dell'umanità alle avversità di ogni tipo. Tutti noi siamo figli della speranza dei nostri padri. Che erano gente tosta e semplice, aliena da dottrine, abituata a sperare e RISCHIARE.
Alzatevi e camminate, amici. E RISCHIATE.
11 anni e 7 mesi fa
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Tu prova prima a leggere il Levitico, poi dimmi con sincerità se sei riuscito ad arrivare fino in fondo. Non è niente di difficile, e non c'è nulla da capire: è solo e semplicemente improbabile e un po' stucchevole "Parola di Dio".
Quanto ai miei scheletri, tu coi tuoi ci danzerai, io invece danzo da solo, perché lo scheletro... sono io. E' una delle mie maniere di essere nell'impossibile.
Quanto a ciò che chiami illusione, il ritenere aprioristicamente che chi cerca qualcosa, possibile o impossibile che sia, sia un illuso, è tipico di chi ha smesso di cercare, e si è fermato. Non va bene. Bisogna rialzarsi e andare avanti.
Quanto infine alla massoneria, a mio avviso essa è:
1) necessaria, per far sì che il volgo profano si senta escluso dalle decisioni che contano, ed assoggettato al giogo dei potenti;
2) indispensabile, per far sì che il volgo profano, nelle sue farneticazioni dietrologiche e complottistiche, abbia qualcosa e qualcuno con cui prendersela;
3) provvidenziale, per potervi includere tutti coloro che al volgo profano appaiono fuori da una tranquilla logica di normalità;
4) estremamente pratica, perché serve perfettamente allo scopo di acquisire, tramite l'esercizio del do ut des, vantaggi personali (in dispregio del volgo profano);
5) antiquata, perché a tale ultimo scopo è molto più idonea, come scoperto ultimamente, una sana ed adeguata prostituzione;
6) inappetibile, perché l'appartenervi è sempre rientrato nelle mire del volgo profano, che appetisce sempre le cose sbagliate;
7) impotente, come dimostra quotidianamente il persistere, ad onta di ogni oscura manovra, di un volgo profano sempre più volgo, e sempre più profano;
8) esilarante sino ad essere talvolta anche un po' diuretica, come dimostrato dalla certezza, inculcata da taluni nel volgo profano, che vi appartenesse anche Mario Monti, tipico esemplare di gentleman pseudo-massone un po' allocco e da ultimo anche scoppiato;
8) indigesta e pesante, se la si pone a paragone di strutture molto più agili e snelle infinitamente più idonee a convogliare i favori delle masse plaudenti;
9) enigmatica, come dimostrato dal fatto che molti vi appartengono e nessuno lo ammette;
10) impossibile sino all'inesistenza, come dimostrato dal fatto che tutti coloro che ne parlano non hanno conosciuto mai un massone che sia un solo massone in vita loro.
Un caro saluto scheletrico-levitico-massonico dal regno dell'impossibile e dell'illusione. : ))))))))))
(Speriamo non abbia capito che sono un massone). : )))
11 anni e 7 mesi fa
Risposte successive (al momento 19) di altri utenti.
Io, invece, le pagine precedenti riesco tranquillamente a vederle.
Circa Mancuso, non avendo letto quel libro, non sono in grado di darti la mia opinione.
In linea di massima, però, ritengo che altro è il giudizio sulle idee, altro il giudizio sulle azioni delle persone, altro ancora il giudizio sulle persone.
Quest'ultimo giudizio (quello cioè sulle persone), a mio avviso è sempre escluso, perché non siamo MAI in grado di giudicare gli altri.
Quanto poi alle azioni e alle idee, non possiamo giudicare le azioni di una persona in base alle sue idee (perché le idee potrebbero essere ottime, ma le azioni incoerenti), e neanche le sue idee in base alle sue azioni (perché le azioni potrebbero essere ottime, e le idee primitive o addirittura inesistenti).
Ciò precisato, ritengo che le idee di Mancuso vadano giudicate per ciò che sono e significano, e non in base a sue eventuali azioni incoerenti con le stesse; alla stessa maniera in cui non si potrebbe giudicare le idee di Federico ritenendo che le stesse lo conducessero ad abbracciare cavalli.
Bisognerebbe andare un tantino più in là, e tentare di capire di cosa si parla, e parlarne con grande attenzione. Anche perché, bene o male, su questo sito parliamo non solo a chi interviene nella discussione, ma anche al solo e semplice "viandante" che legge.
In questo dibattito, la speranza viene intesa come un che di statico, attinente all'operato altrui, o del caso, o del destino, o di una fantomatica divinità: una componente inerziale della vita, adatta a chi si siede ed aspetta.
NIENTE DI PIU' ERRATO. La speranza è una delle componenti essenziali di chi, nella vita, gioca in attacco, e non in difesa.
LA SPERANZA E' RISCHIO. E' credere in se stessi, non nel mago Bakù. E il credere in se stessi, quando ci si creda davvero, include anche il credere in tutta l'umanità e nel suo destino.
La speranza non è cosa per insicuri, ma è cosa per chi è veramente sicuro di sé, anche contro ogni possibile esperienza contraria. La speranza è la molla che spesso ha condotto singoli uomini, e talora l'umanità intera, a sovvertire "destini" avversi in cui sembrava che tutto fosse perduto.
La concezione secondo cui chi crede in Dio affida a potenze sconosciute ed esterne il governo e la pianificazione della propria vita è un errore abissale. La fede, la speranza e la carità, prima che cose attinenti alla sfera delle credenze statiche ed attendistiche, sono FIDUCIA in se stessi, nel mondo, nella vita, nell'intero Universo che ci circonda e di cui facciamo parte.
Quindi, contrariamente a quanto asserisce questa frase, la speranza è la massima capacità di reazione dell'umanità alle avversità di ogni tipo. Tutti noi siamo figli della speranza dei nostri padri. Che erano gente tosta e semplice, aliena da dottrine, abituata a sperare e RISCHIARE.
Alzatevi e camminate, amici. E RISCHIATE.
Quanto ai miei scheletri, tu coi tuoi ci danzerai, io invece danzo da solo, perché lo scheletro... sono io. E' una delle mie maniere di essere nell'impossibile.
Quanto a ciò che chiami illusione, il ritenere aprioristicamente che chi cerca qualcosa, possibile o impossibile che sia, sia un illuso, è tipico di chi ha smesso di cercare, e si è fermato. Non va bene. Bisogna rialzarsi e andare avanti.
Quanto infine alla massoneria, a mio avviso essa è:
1) necessaria, per far sì che il volgo profano si senta escluso dalle decisioni che contano, ed assoggettato al giogo dei potenti;
2) indispensabile, per far sì che il volgo profano, nelle sue farneticazioni dietrologiche e complottistiche, abbia qualcosa e qualcuno con cui prendersela;
3) provvidenziale, per potervi includere tutti coloro che al volgo profano appaiono fuori da una tranquilla logica di normalità;
4) estremamente pratica, perché serve perfettamente allo scopo di acquisire, tramite l'esercizio del do ut des, vantaggi personali (in dispregio del volgo profano);
5) antiquata, perché a tale ultimo scopo è molto più idonea, come scoperto ultimamente, una sana ed adeguata prostituzione;
6) inappetibile, perché l'appartenervi è sempre rientrato nelle mire del volgo profano, che appetisce sempre le cose sbagliate;
7) impotente, come dimostra quotidianamente il persistere, ad onta di ogni oscura manovra, di un volgo profano sempre più volgo, e sempre più profano;
8) esilarante sino ad essere talvolta anche un po' diuretica, come dimostrato dalla certezza, inculcata da taluni nel volgo profano, che vi appartenesse anche Mario Monti, tipico esemplare di gentleman pseudo-massone un po' allocco e da ultimo anche scoppiato;
8) indigesta e pesante, se la si pone a paragone di strutture molto più agili e snelle infinitamente più idonee a convogliare i favori delle masse plaudenti;
9) enigmatica, come dimostrato dal fatto che molti vi appartengono e nessuno lo ammette;
10) impossibile sino all'inesistenza, come dimostrato dal fatto che tutti coloro che ne parlano non hanno conosciuto mai un massone che sia un solo massone in vita loro.
Un caro saluto scheletrico-levitico-massonico dal regno dell'impossibile e dell'illusione. : ))))))))))
(Speriamo non abbia capito che sono un massone). : )))
Circa Mancuso, non avendo letto quel libro, non sono in grado di darti la mia opinione.
In linea di massima, però, ritengo che altro è il giudizio sulle idee, altro il giudizio sulle azioni delle persone, altro ancora il giudizio sulle persone.
Quest'ultimo giudizio (quello cioè sulle persone), a mio avviso è sempre escluso, perché non siamo MAI in grado di giudicare gli altri.
Quanto poi alle azioni e alle idee, non possiamo giudicare le azioni di una persona in base alle sue idee (perché le idee potrebbero essere ottime, ma le azioni incoerenti), e neanche le sue idee in base alle sue azioni (perché le azioni potrebbero essere ottime, e le idee primitive o addirittura inesistenti).
Ciò precisato, ritengo che le idee di Mancuso vadano giudicate per ciò che sono e significano, e non in base a sue eventuali azioni incoerenti con le stesse; alla stessa maniera in cui non si potrebbe giudicare le idee di Federico ritenendo che le stesse lo conducessero ad abbracciare cavalli.