Io non credo sia un problema di assemblee o di singoli; credo sia un problema di ONESTA' e di COMPETENZA.
Le leggi oggi vengono fatte o emendate da gente giuridicamente incompetente: ragion per cui sono poi necessarie innumerevoli interpretazioni autentiche, leggine complementari, circolari ministeriali; e malgrado ciò la norma, proprio per volere troppo specificare, rimane lacunosa, sibillina, e spesso inapplicata. Per di più, le leggi vengono spesso fatte anche da disonesti: ipotesi in cui il testo di legge diviene, più che sibillino, inquietante.
Tuttavia anche il decalogo di Mosè (e non parliamo poi delle minute prescrizioni contenute nel Levitico e in genere nel Pentateuco, sempre, a quanto pare, opera di Mosè) SEMBRA CHIARO MA NON LO E' , perché risente in tutta evidenza di una pesante incompetenza, stavolta non nelle leggi umane, ma in quelle divine. Per un semplice motivo: la legge morale non può essere ridotta a norma, stante che i casi della vita sono infiniti, e viene il momento in cui può essere necessario VIOLARE la lettera della legge morale per applicarne lo spirito. Questo mutamento di prospettiva è ben evidente nell'insegnamento di Gesù Cristo.
Ma non mi dilungo oltre, perché a questo punto sarebbe necessario varcare di gran lunga un congruo limite di spazio e di pazienza.
Quanto ad Adenauer, secondo me voleva dire una cosa molto semplice, espressa in maniera molto più immediata da un famoso proverbio napoletano: "troppi galle a cantà, nun schiara mai juorno"...
Traduzione: quando sono troppi i galli che cantano, non spunta mai il sole.
11 anni e 7 mesi fa
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Il problema dell'arte e degli artisti è che di solito si pensa che arte ed artisti vadano di pari passo.
E invece no: di solito, dove c'è arte non c'è l'artista, e dove c'è l'artista, ahimé, non c'è l'arte.
La prova più evidente di questo assunto è la Natura, che è per certo la più grande opera d'arte esistente: ebbene, l'artista che l'ha fatta, ancora non lo si è trovato.
11 anni e 7 mesi fa
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Io invece, praticamente da quando sono nato, ho sempre cercato l'irraggiungibile. La perfezione. Il vello d'oro. L'araba fenice. La pietra filosofale. Il santo Graal. L'utopia. Si può anzi dire che sono vissuto nell'utopia, in cui ho profuso e profondo tutte le mie energie. Ma... si può dire che io "valga" l'utopia, se non l'ho trovata? Sicuramente no.
E se anche l'avessi trovata? Che me ne farei, se già so che partirei alla ricerca di una nuova utopia? O potrei forse mostrarla a qualcuno con la speranza di essere creduto? E quand'anche mi credesse, cosa avrei fatto per lui, se non gettarlo nel medesimo vortice in cui sono io? E poi, che importanza ha quanto io valga, se già so bene di non valere niente di fronte al mistero che mi circonda? C'è forse differenza tra un milionesimo e un miliardesimo di millimetro? Perché questa è, al massimo, la differenza tra i nostri valori lillipuziani rispetto all'infinito che ci è ignoto.
Ecco perché io non sono d'accordo con questo pensiero di Marco Aurelio. Esso introduce, secondo me, una scala fasulla dei valori umani. Ognuno, secondo me... non vale assolutamente nulla.
Solo una volta che si sia raggiunta questa consapevolezza, si può cominciare a percorrere, con una qualche speranza di avanzamento, un breve e tormentato cammino.
11 anni e 7 mesi fa
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Capisco; va bene sensibilità e piangere là per là, ma poi viene il momento della verità, la "plaza de toros", insomma l'ora della mandata a quel paese, e, se non basta, l'ora dei ceffoni !! : ))
...O quanto meno, per i non violenti (e io SONO un non violento), il momento di fregarsene del mondo e andare dritti, a testa alta e a occhi ben asciutti per la propria strada.
11 anni e 7 mesi fa
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Il mio fine è cercare e aiutare a cercare. E quindi sono io a ringraziarti di cuore per essere riuscita a trovare, in ciò che vado dicendo, un qualche spunto di meditazione.
11 anni e 7 mesi fa
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Le leggi oggi vengono fatte o emendate da gente giuridicamente incompetente: ragion per cui sono poi necessarie innumerevoli interpretazioni autentiche, leggine complementari, circolari ministeriali; e malgrado ciò la norma, proprio per volere troppo specificare, rimane lacunosa, sibillina, e spesso inapplicata. Per di più, le leggi vengono spesso fatte anche da disonesti: ipotesi in cui il testo di legge diviene, più che sibillino, inquietante.
Tuttavia anche il decalogo di Mosè (e non parliamo poi delle minute prescrizioni contenute nel Levitico e in genere nel Pentateuco, sempre, a quanto pare, opera di Mosè) SEMBRA CHIARO MA NON LO E' , perché risente in tutta evidenza di una pesante incompetenza, stavolta non nelle leggi umane, ma in quelle divine. Per un semplice motivo: la legge morale non può essere ridotta a norma, stante che i casi della vita sono infiniti, e viene il momento in cui può essere necessario VIOLARE la lettera della legge morale per applicarne lo spirito. Questo mutamento di prospettiva è ben evidente nell'insegnamento di Gesù Cristo.
Ma non mi dilungo oltre, perché a questo punto sarebbe necessario varcare di gran lunga un congruo limite di spazio e di pazienza.
Quanto ad Adenauer, secondo me voleva dire una cosa molto semplice, espressa in maniera molto più immediata da un famoso proverbio napoletano: "troppi galle a cantà, nun schiara mai juorno"...
Traduzione: quando sono troppi i galli che cantano, non spunta mai il sole.
E invece no: di solito, dove c'è arte non c'è l'artista, e dove c'è l'artista, ahimé, non c'è l'arte.
La prova più evidente di questo assunto è la Natura, che è per certo la più grande opera d'arte esistente: ebbene, l'artista che l'ha fatta, ancora non lo si è trovato.
E se anche l'avessi trovata? Che me ne farei, se già so che partirei alla ricerca di una nuova utopia? O potrei forse mostrarla a qualcuno con la speranza di essere creduto? E quand'anche mi credesse, cosa avrei fatto per lui, se non gettarlo nel medesimo vortice in cui sono io? E poi, che importanza ha quanto io valga, se già so bene di non valere niente di fronte al mistero che mi circonda? C'è forse differenza tra un milionesimo e un miliardesimo di millimetro? Perché questa è, al massimo, la differenza tra i nostri valori lillipuziani rispetto all'infinito che ci è ignoto.
Ecco perché io non sono d'accordo con questo pensiero di Marco Aurelio. Esso introduce, secondo me, una scala fasulla dei valori umani. Ognuno, secondo me... non vale assolutamente nulla.
Solo una volta che si sia raggiunta questa consapevolezza, si può cominciare a percorrere, con una qualche speranza di avanzamento, un breve e tormentato cammino.
...O quanto meno, per i non violenti (e io SONO un non violento), il momento di fregarsene del mondo e andare dritti, a testa alta e a occhi ben asciutti per la propria strada.