E come vuoi catalogarlo, Ligabue? E' stato un pittore sicuramente non sprovvisto di tecnica (non dimentichiamo che fu guidato da Mazzacurati), in cui si nota oltretutto una costante ricerca di miglioramento dei mezzi espressivi (lo comprovano i suoi autoritratti, e anche diverse esecuzioni ripetute di soggetti identici o molto simili).
Quanto poi a Van Gogh, e in genere a tutti i casi in cui l'espressione artistica deforma la realtà obiettiva fornendone un'interpretazione personale e del tutto soggettiva, occorre tener presente che questo tipo di traduzione tanto più è efficace e operabile quanto più si sia analizzata e si sia in grado di rappresentare la realtà obiettiva. Chiunque consulti l'iconografia di Van Gogh si renderà conto che aveva una potente ed essenziale tecnica del disegno e della prospettiva; e non mi riferisco solo ai "mangiatori di patate" e agli autoritratti, ma a tutta la sua produzione. Di Picasso ho già detto. Non parliamo poi di De Chirico o di Dalì, le cui opere sono talvolta vere e proprie lezioni di prospettiva.
E mi sto riferendo solo al disegno. Senza parlare della tecnica pittorica...
I disegni colorati dei bambini sono spesso cose graziose, sicura espressione di quel tesoro meraviglioso che è la psicologia infantile; ma vengono poi la scuola e la ricerca personale. Senza questi elementi, le cui basi sono di esclusivo contenuto tecnico, tanto in pittura che in qualsiasi altro campo artistico non si va da nessuna parte; o, almeno, non si arriva lontano.
Quanto poi all'aspetto letterario della problematica, che è quello che qui più ci interessa, è necessario che chi scrive rispetti almeno le regole fondamentali della grammatica, per evitare il riso non solo degli addetti ai lavori, ma anche di chi abbia frequentato con un minimo di profitto le sole scuole elementari e medie inferiori.
12 anni e 8 mesi fa
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...E certo che la ricordo, la mummia di piume che sfonda i muri. Ricordo anzi di più: di avere auspicato l'intervento di una erculea e manesca mummia di cemento armato,atta a rimettere a posto le cose... : ))
Perciò - l'ho detto e ripetuto fino alla noia - non si può prendere un blocco di 2300 scritti e sottoporlo al giudizio di una composita e stupefatta giuria popolare, in cui il giudizio di un Franco Mastro*ianni, di una Flavia Ricucci, di una Barbara Brussa, e di molti altri valga quanto quello di centinaia di Gennaro Esposito da Pollena Trocchia... Per forza che arriva in finale di tutto, e le cose migliori restano a casa.
Occorre una cernita preliminare. Certo, se un giurato "qualificato" ha ritardato di 1 mese il voto su soli 10 componimenti, se ne avesse dovuti votare 2300 ci avrebbe messo esattamente 230 mesi, cioè circa 20 anni...
Tuttavia esistono altre soluzioni: una prima è, in ogni caso, escludere dalla giuria "qualificata", de futuro, i non appassionati e le mummie alessandrine che "sfondano" i tempi (quale si è palesato il giurato in questione, di cui sarebbe tanto di guadagnato conoscere il nome); una seconda, che io propongo, è scegliere tra gli iscritti al sito una cinquantina di "volontari" DI COMPROVATA PREPARAZIONE E COMPETENZA che votino prima degli altri, con ammissione, al voto di tutti gli altri, dei soli primi 200 o 300 componimenti più votati dal gruppo dei cinquanta; ma gli esempi potrebbero continuare.
Se le cose si fanno con passione e con amore, le soluzioni si trovano; ce ne sono a iosa. Se invece si fanno di corsa, raffazzonatamente e privilegiando l'immagine commerciale alla qualità delle iniziative, e insomma (come suol dirsi a Napoli e avviene oggi sempre più spesso) "a capocchia", l'unico risultato possibile è che ne sortisca qualcosa di molto simile al VII concorso internazionale, da cui prima se ne verrà fuori, meglio sarà.
12 anni e 8 mesi fa
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Quanto poi a Van Gogh, e in genere a tutti i casi in cui l'espressione artistica deforma la realtà obiettiva fornendone un'interpretazione personale e del tutto soggettiva, occorre tener presente che questo tipo di traduzione tanto più è efficace e operabile quanto più si sia analizzata e si sia in grado di rappresentare la realtà obiettiva. Chiunque consulti l'iconografia di Van Gogh si renderà conto che aveva una potente ed essenziale tecnica del disegno e della prospettiva; e non mi riferisco solo ai "mangiatori di patate" e agli autoritratti, ma a tutta la sua produzione. Di Picasso ho già detto. Non parliamo poi di De Chirico o di Dalì, le cui opere sono talvolta vere e proprie lezioni di prospettiva.
E mi sto riferendo solo al disegno. Senza parlare della tecnica pittorica...
I disegni colorati dei bambini sono spesso cose graziose, sicura espressione di quel tesoro meraviglioso che è la psicologia infantile; ma vengono poi la scuola e la ricerca personale. Senza questi elementi, le cui basi sono di esclusivo contenuto tecnico, tanto in pittura che in qualsiasi altro campo artistico non si va da nessuna parte; o, almeno, non si arriva lontano.
Quanto poi all'aspetto letterario della problematica, che è quello che qui più ci interessa, è necessario che chi scrive rispetti almeno le regole fondamentali della grammatica, per evitare il riso non solo degli addetti ai lavori, ma anche di chi abbia frequentato con un minimo di profitto le sole scuole elementari e medie inferiori.
Perciò - l'ho detto e ripetuto fino alla noia - non si può prendere un blocco di 2300 scritti e sottoporlo al giudizio di una composita e stupefatta giuria popolare, in cui il giudizio di un Franco Mastro*ianni, di una Flavia Ricucci, di una Barbara Brussa, e di molti altri valga quanto quello di centinaia di Gennaro Esposito da Pollena Trocchia... Per forza che arriva in finale di tutto, e le cose migliori restano a casa.
Occorre una cernita preliminare.
Certo, se un giurato "qualificato" ha ritardato di 1 mese il voto su soli 10 componimenti, se ne avesse dovuti votare 2300 ci avrebbe messo esattamente 230 mesi, cioè circa 20 anni...
Tuttavia esistono altre soluzioni: una prima è, in ogni caso, escludere dalla giuria "qualificata", de futuro, i non appassionati e le mummie alessandrine che "sfondano" i tempi (quale si è palesato il giurato in questione, di cui sarebbe tanto di guadagnato conoscere il nome); una seconda, che io propongo, è scegliere tra gli iscritti al sito una cinquantina di "volontari" DI COMPROVATA PREPARAZIONE E COMPETENZA che votino prima degli altri, con ammissione, al voto di tutti gli altri, dei soli primi 200 o 300 componimenti più votati dal gruppo dei cinquanta; ma gli esempi potrebbero continuare.
Se le cose si fanno con passione e con amore, le soluzioni si trovano; ce ne sono a iosa. Se invece si fanno di corsa, raffazzonatamente e privilegiando l'immagine commerciale alla qualità delle iniziative, e insomma (come suol dirsi a Napoli e avviene oggi sempre più spesso) "a capocchia", l'unico risultato possibile è che ne sortisca qualcosa di molto simile al VII concorso internazionale, da cui prima se ne verrà fuori, meglio sarà.