Io la vedo diversamente, e concordo in pieno con quanto detto da Molly...
Secondo me, quantunque sia difficile accettare razionalmente che le persone a cui abbiamo voluto bene non ci siano più, a molti è per converso estremamente difficile accettare razionalmente la sopravvivenza di qualcosa di spirituale dopo lo m0rte.
Ed in effetti una tale ipotesi, se risolve alcuni problemi psicologici, ne crea altri, e soprattutto uno: quello della nostra inadeguatezza alla realtà, sia dal punto di vista percettivo che razionale.
Un caro defunto m0rto per sempre è un grande dolore, ma ci lascia padroni del nostro universo e del nostro vivere su questa Terra; viceversa, un caro defunto che continua a vivere nell'aldilà è cosa che ci conforta affettivamente, ma ci lascia sgomenti di fronte, come dicevo, alla inadeguatezza dei nostri sensi a percepirlo e della nostra ragione a dimostrarlo; inoltre ci vincola ad una visuale finalistica della vita, che dovrebbe essere tutta tesa a quel mondo di là, che non riusciamo nè a percepire nè a dimostrare.
Lo stesso identico discorso può farsi quanto allo scetticismo scientista di fronte ai fenomeni sconosciuti. Il fenomeno sconosciuto dà fastidio, perché pone i medesimi problemi: inadeguatezza percettiva e inadeguatezza razionale; e dunque viene negato nel suo stesso esistere, con l'attribuirlo a illusione, fraintendimento di fenomeni noti, o addirittura a frode.
L'assurdo di questo atteggiamento può agevolmente cogliersi ove si pensi che, fra le miriadi di fenomeni di cui è piena la letteratura di parapsicologia, paranormale o ufologia, è sufficiente che UN SOLO FENOMENO sia autenticamente sussistente, per mandare a gambe all'aria la negazione scettica dell'intera categoria, e costringere ad accettarne la realtà.
Nulla di nuovo. In ogni epoca i progressi della conoscenza sono stati ostacolati da visuali che ritenevano definitiva la vigente sistemazione teorica dei fenomeni, addirittura negando fenomeni ben visibili a tutti. Un esempio per tutti: l'esplosione della supernova del 1054 d.C., da cui ha tratto origine l'attuale nebulosa del Granchio (Crab Nebula), esplosione che condusse alla presenza nel cielo di una stella luminosissima prima inesistente, non è citata in alcuna fonte medioevale occidentale, ma solo nelle fonti cinesi. Ciò perché, all'epoca, era ritenuto impossibile che il "cielo delle stelle fisse" potesse subire mutamenti.
Alla stessa maniera, al giorno d'oggi nella società occidentale (esclusa la Russia) i fenomeni paranormali sono negati, irrisi, avversati in ogni modo possibile. Ma questa sorta di "freno a mano" del progresso dell'umanità, per fortuna, è stato sempre superato dall'impulso della ricerca obiettiva e disinteressata, e dal giudizio della storia.
12 anni e 8 mesi fa
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Secondo me, quantunque sia difficile accettare razionalmente che le persone a cui abbiamo voluto bene non ci siano più, a molti è per converso estremamente difficile accettare razionalmente la sopravvivenza di qualcosa di spirituale dopo lo m0rte.
Ed in effetti una tale ipotesi, se risolve alcuni problemi psicologici, ne crea altri, e soprattutto uno: quello della nostra inadeguatezza alla realtà, sia dal punto di vista percettivo che razionale.
Un caro defunto m0rto per sempre è un grande dolore, ma ci lascia padroni del nostro universo e del nostro vivere su questa Terra; viceversa, un caro defunto che continua a vivere nell'aldilà è cosa che ci conforta affettivamente, ma ci lascia sgomenti di fronte, come dicevo, alla inadeguatezza dei nostri sensi a percepirlo e della nostra ragione a dimostrarlo; inoltre ci vincola ad una visuale finalistica della vita, che dovrebbe essere tutta tesa a quel mondo di là, che non riusciamo nè a percepire nè a dimostrare.
Lo stesso identico discorso può farsi quanto allo scetticismo scientista di fronte ai fenomeni sconosciuti. Il fenomeno sconosciuto dà fastidio, perché pone i medesimi problemi: inadeguatezza percettiva e inadeguatezza razionale; e dunque viene negato nel suo stesso esistere, con l'attribuirlo a illusione, fraintendimento di fenomeni noti, o addirittura a frode.
L'assurdo di questo atteggiamento può agevolmente cogliersi ove si pensi che, fra le miriadi di fenomeni di cui è piena la letteratura di parapsicologia, paranormale o ufologia, è sufficiente che UN SOLO FENOMENO sia autenticamente sussistente, per mandare a gambe all'aria la negazione scettica dell'intera categoria, e costringere ad accettarne la realtà.
Nulla di nuovo. In ogni epoca i progressi della conoscenza sono stati ostacolati da visuali che ritenevano definitiva la vigente sistemazione teorica dei fenomeni, addirittura negando fenomeni ben visibili a tutti. Un esempio per tutti: l'esplosione della supernova del 1054 d.C., da cui ha tratto origine l'attuale nebulosa del Granchio (Crab Nebula), esplosione che condusse alla presenza nel cielo di una stella luminosissima prima inesistente, non è citata in alcuna fonte medioevale occidentale, ma solo nelle fonti cinesi. Ciò perché, all'epoca, era ritenuto impossibile che il "cielo delle stelle fisse" potesse subire mutamenti.
Alla stessa maniera, al giorno d'oggi nella società occidentale (esclusa la Russia) i fenomeni paranormali sono negati, irrisi, avversati in ogni modo possibile. Ma questa sorta di "freno a mano" del progresso dell'umanità, per fortuna, è stato sempre superato dall'impulso della ricerca obiettiva e disinteressata, e dal giudizio della storia.