Quando parliamo di società degli esseri umani, dobbiamo chiederci cosa essa sia, o meglio ancora cosa la tenga unita evitando che essa si disgreghi nell'individualismo omicida e nell'anarchia.
Chiunque abbia un minimo di realismo non può non vedere che l'elemento di coesione è oggi solo ed esclusivamente l'utilità, l'interesse. E non l'interesse collettivo (di cui NESSUNO è portatore), ma esclusivamente l'interesse individuale. I valori universali, i sentimenti, la solidarietà, e tutte queste bellissime cose, pur sentite prepotentemente da alcuni, cozzano da sempre contro l'interesse individuale, uscendone da sempre perdenti, come comprovano le macroscopiche ingiustizie di cui siamo ogni giorno testimoni. Essi valori universali, cioè sociali, potranno prevalere solo nel caso in cui la sofferenza degli altri venga percepita da ciascuno come sofferenza propria. Se ciascuno di noi fosse in grado di percepire come propria la sofferenza dell'umanità, ciascuno di noi non si darebbe pace finché tale sofferenza non fosse letteralmente cancellata dalla faccia della Terra.
Ma anche tutto questo potrà avvenire solo in una prospettiva individuale. Nascono e muoiono singoli individui, non organismi sociali. Se questi esistessero, sarebbero la massima forma di oppressione possibile della libertà individuale.
La nostra attuale organizzazione sociale è dunque estremamente primitiva, perché primitiva è ancora la nostra percezione dell'altro. Ma non sarà sempre così.
Nel merito della frase, io eliminerei tanto l'uomo di successo (il successo esiste solo in una prospettiva sociale di tipo scimmiesco) che l'uomo di valore (nessun uomo è di valore: siamo tutti piccole cose), ma inserirei al primo posto, nella scala del "cercare di diventare", una nuova figura: l'Uomo di domani, capace di comunicare con gli altri uomini, e con l'universo intero, a mezzo di strumenti profondi, superiori al grugnito, alla parola e alla stessa ragione.
Io sinceramente ho sempre riso di coloro che desiderano "fare il vuoto mentale": credo che di vuoto mentale, all'occorrenza, ce ne sia già abbastanza... :))
Ho un cugino che pratica yoga. Due estati fa l'ho ospitato a casa mia per 1 settimana. Ogni mattina, per due ore stava lì ad "assumere posizioni", e io che gli ridevo in faccia... Una comica quotidiana da sbellicarsi dalle risate.
Quanto poi agli itinerari casuali... basta la vita a crearceli, non c'è bisogno di andarseli a cercare...
12 anni e 11 mesi fa
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L'ho detto prima: l'autenticità non è un modo di pensare, nè una filosofia, nè la bontà o la cattiveria, non è neanche coerenza; è semplicemente essere in ogni momento se stessi senza nascondere, a se stessi prima che agli altri, i propri punti deboli e le proprie contraddizioni. In questo senso, il filosofo (cattolico, ateo o quel che sia) che non ammette di essere in continua contraddizione con i propri princìpi è falso con se stesso prima che con gli altri. D'altra parte gli stessi princìpi lasciano il tempo che trovano. Ciò che conta è ciò che noi siamo, non ciò che desideriamo, speriamo, sappiamo o pensiamo. La vita deve essere scuola dell'essere, non del sapere o del pensare: altrimenti ci si ritrova con tra le mani solo un bel mucchio di chiacchiere, e si perde se stessi. Ora, sulla via dell'essere, se davvero si vuole intervenire sul proprio "essere", il primo presupposto è essere autentici: muri senza intonaco e senza vernice. Solo così puoi scegliere il colore giusto, e tentare semmai di diventare azzurro da giallo o grigio o pietra che eri. Quanto dunque più si è grezzi, allo stato di semilavorati; quanto più si cerca anziché dire subito "ho trovato", quanto più si pensa all' "io sono" piuttosto che all' "io so", tanto più (forse) si è vicini ad essere autentici. Questo è il mio pensiero, lontano anni luce da ogni forma "canonica" di filosofia. Perché, come per tutte le cose, la filosofia o la vivi o non vale niente. Anzi meno che niente, perché inceppa i movimenti anziché agevolarli. Dunque (e qui vorrei che mi leggesse il buon Yeratel) può essere un nemico mo*rtale. Con ciò non voglio dire che la filosofia sia un male: dico solo che è un bagaglio da portare sulle spalle nude; nude di ogni manto di coerenza, saggezza o verità. In una parola, su autentiche spalle di poveri cristi quali tutti noi siamo.
12 anni e 11 mesi fa
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Riflessione di Natale:
Io non riesco a capire come fa un fiume, che ha comunque la sua corrente sia che vada da Nord a Sud sia che vada da Sud a Nord, a scorrere controcorrente. Controcorrente... rispetto a che?? Anche se dovesse invertire il suo corso, non scorrerà mai controcorrente, al massimo... contromano.
Acqua non voglia che ciò possa accadere! : ))
12 anni e 11 mesi fa
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Chiunque abbia un minimo di realismo non può non vedere che l'elemento di coesione è oggi solo ed esclusivamente l'utilità, l'interesse. E non l'interesse collettivo (di cui NESSUNO è portatore), ma esclusivamente l'interesse individuale. I valori universali, i sentimenti, la solidarietà, e tutte queste bellissime cose, pur sentite prepotentemente da alcuni, cozzano da sempre contro l'interesse individuale, uscendone da sempre perdenti, come comprovano le macroscopiche ingiustizie di cui siamo ogni giorno testimoni. Essi valori universali, cioè sociali, potranno prevalere solo nel caso in cui la sofferenza degli altri venga percepita da ciascuno come sofferenza propria. Se ciascuno di noi fosse in grado di percepire come propria la sofferenza dell'umanità, ciascuno di noi non si darebbe pace finché tale sofferenza non fosse letteralmente cancellata dalla faccia della Terra.
Ma anche tutto questo potrà avvenire solo in una prospettiva individuale. Nascono e muoiono singoli individui, non organismi sociali. Se questi esistessero, sarebbero la massima forma di oppressione possibile della libertà individuale.
La nostra attuale organizzazione sociale è dunque estremamente primitiva, perché primitiva è ancora la nostra percezione dell'altro. Ma non sarà sempre così.
Nel merito della frase, io eliminerei tanto l'uomo di successo (il successo esiste solo in una prospettiva sociale di tipo scimmiesco) che l'uomo di valore (nessun uomo è di valore: siamo tutti piccole cose), ma inserirei al primo posto, nella scala del "cercare di diventare", una nuova figura: l'Uomo di domani, capace di comunicare con gli altri uomini, e con l'universo intero, a mezzo di strumenti profondi, superiori al grugnito, alla parola e alla stessa ragione.
Ho un cugino che pratica yoga. Due estati fa l'ho ospitato a casa mia per 1 settimana. Ogni mattina, per due ore stava lì ad "assumere posizioni", e io che gli ridevo in faccia... Una comica quotidiana da sbellicarsi dalle risate.
Quanto poi agli itinerari casuali... basta la vita a crearceli, non c'è bisogno di andarseli a cercare...
Io non riesco a capire come fa un fiume, che ha comunque la sua corrente sia che vada da Nord a Sud sia che vada da Sud a Nord, a scorrere controcorrente. Controcorrente... rispetto a che?? Anche se dovesse invertire il suo corso, non scorrerà mai controcorrente, al massimo... contromano.
Acqua non voglia che ciò possa accadere! : ))