Vincenzo, anche io per tutta la vita ho fatto quello che NON mi piaceva. Vedi, io O*DIO il diritto positivo, sia nella sua fase di formazione (politica, parlamento ecc.), sia nella sua fase di applicazione (giudici, notai, avvocati, impiegati statali, eccetera). Amo sì la filosofia del diritto, ma di quella nessuno se ne sbatte. Summum ius summa iniuria, e ho detto tutto.
Mi sono spo*rcato il cervello e le mani. Però sono rimasto me stesso. E sai perché? Semplicemente perché lo dicevo. A tutti, chiaramente. Non mi sono mai gonfiato a fare la ruota come un pavone. Viceversa, di palloni gonfiati ne ho bucati a decine. Ma non per prendere il loro posto, no no: non mi interessava. Solo per lo sfizio di mettere a nudo la loro vanità, e naturalmente la loro igno*ranza... : )))
Risultato: io NON SONO DIVERSO DA CIO' CHE APPAIO. Cioè contemporaneamente un saggio ed un pa*zzo sfrenato. Contemporaneamente un credente e un misc*redente, perché penso esclusivamente con la mia testa. Non ho mai aderito a partiti politici, sindacati, associazioni, parrocchie... perché sono istituzionalmente all'opposizione. Anche all'opposizione dell'opposizione. Con ampia riserva del diritto-dovere di mutare opinione.
I cloni viceversa sono quelli che sono tutti uguali. Brevettati, omologati. Ne hai visto uno, li hai visti tutti. E guarda che sono molti. Ma molti.... Quasi tutti... : )))
L'unica concessione che faccio talvolta all'apparire è la buona educazione: lo riconosco, molto spesso sono cortese mentre vorrei essere molto, ma molto ruvido e sgar*bato. Ma è questa una colpa?
Ciò non esclude che sappia essere anche un Aznavour, alla bisogna... in questo mi ha molto aiutato l'aria natìa.
Vicié, sai qual'è la verità?
Solo chi è se stesso può e sa ridere di se stesso prima che degli altri e del mondo intero. In una parola: PUO' RIDERE. Chi non lo è, può anche lui ridere, s'; ma solo a comando, o in gruppo, o per mero esercizio dei muscoli facciali. Perché tutti vorrebbero essere liberi; e chi è schiavo fondamentalmente non ride.
Da ultimo però ti rivelo una cosa: anche il nulla esiste. Anche chi non è ha diritto ad essere. Solo che di avere questo diritto la gente di solito se ne accorge troppo tardi, di fronte a una vita spesa a inseguire conformismi e rapporti fasulli.
Conclusione: socialità è bello; gruppo condizionante, assolutamente no. Amico è bello; conoscente utile alla bisogna (e condizionante), assolutamente no. E' insomma bella ogni forma di socialità che non ci condizioni; ma non è facile, perché il condizionamento è uno dei riflessi della socialità.
Io vivo in una cittadina di provincia, una di quelle che se esci di casa vedi la gente che ti osserva e in parte sa, in parte muore dalla voglia di sapere i fatti tuoi che non sa. E io... vivo "largo", "spazioso", fregandomene altamente del controllo sociale. E se qualcuno manifesta di sapere di me ma di voler ancora sapere, gli racconto la rava e la fava. E ci godo nell'essere diverso, strambo, e talora anche ripro*vevole.
Massima trasparenza, Vicié.
Guarda che cosa strana: io non ho segreti, eppure sono fondamentalmente un asociale.
Solo quanto ai gruppi, però.
Adoro viceversa la socialità individuale, quella per intenderci "intuitu personae". Fior da fiore.
13 anni e 2 mesi fa
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Diceva Epicuro, pur senza avere una fede, che della m0rte non c'è da aver paura, perché quando ci siamo noi non c'è la m0rte, e quando c'è la m0rte non ci siamo noi. Quindi della m0rte non c'è in ogni caso da avere paura.
Può fare paura semmai la prospettiva della m0rte; ma quella c'è sempre, non solo alla vecchiaia, e oltretutto permane anche se si ha una fede.
Quindi la tua visuale, Dario, è forse un po' troppo semplicistica rispetto alla complessità della... faccenda (la chiamo faccenda solo per non scrivere per la sesta volta la parola m0rte).
...Mann*aggia, l'ho scritta lo stesso !!.. : ))))
13 anni e 3 mesi fa
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L'anima gemella è un miscuglio di passione sfrenata, romanticismo, sensualità e follia.
(Vediamo con queste parole quale sarà il consiglio di Annunci Google).
13 anni e 2 mesi fa
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Mi sono spo*rcato il cervello e le mani. Però sono rimasto me stesso. E sai perché? Semplicemente perché lo dicevo. A tutti, chiaramente. Non mi sono mai gonfiato a fare la ruota come un pavone. Viceversa, di palloni gonfiati ne ho bucati a decine. Ma non per prendere il loro posto, no no: non mi interessava. Solo per lo sfizio di mettere a nudo la loro vanità, e naturalmente la loro igno*ranza... : )))
Risultato: io NON SONO DIVERSO DA CIO' CHE APPAIO. Cioè contemporaneamente un saggio ed un pa*zzo sfrenato. Contemporaneamente un credente e un misc*redente, perché penso esclusivamente con la mia testa. Non ho mai aderito a partiti politici, sindacati, associazioni, parrocchie... perché sono istituzionalmente all'opposizione. Anche all'opposizione dell'opposizione. Con ampia riserva del diritto-dovere di mutare opinione.
I cloni viceversa sono quelli che sono tutti uguali. Brevettati, omologati. Ne hai visto uno, li hai visti tutti. E guarda che sono molti. Ma molti.... Quasi tutti... : )))
L'unica concessione che faccio talvolta all'apparire è la buona educazione: lo riconosco, molto spesso sono cortese mentre vorrei essere molto, ma molto ruvido e sgar*bato. Ma è questa una colpa?
Ciò non esclude che sappia essere anche un Aznavour, alla bisogna... in questo mi ha molto aiutato l'aria natìa.
Vicié, sai qual'è la verità?
Solo chi è se stesso può e sa ridere di se stesso prima che degli altri e del mondo intero. In una parola: PUO' RIDERE. Chi non lo è, può anche lui ridere, s'; ma solo a comando, o in gruppo, o per mero esercizio dei muscoli facciali. Perché tutti vorrebbero essere liberi; e chi è schiavo fondamentalmente non ride.
Da ultimo però ti rivelo una cosa: anche il nulla esiste. Anche chi non è ha diritto ad essere. Solo che di avere questo diritto la gente di solito se ne accorge troppo tardi, di fronte a una vita spesa a inseguire conformismi e rapporti fasulli.
Conclusione: socialità è bello; gruppo condizionante, assolutamente no. Amico è bello; conoscente utile alla bisogna (e condizionante), assolutamente no. E' insomma bella ogni forma di socialità che non ci condizioni; ma non è facile, perché il condizionamento è uno dei riflessi della socialità.
Io vivo in una cittadina di provincia, una di quelle che se esci di casa vedi la gente che ti osserva e in parte sa, in parte muore dalla voglia di sapere i fatti tuoi che non sa. E io... vivo "largo", "spazioso", fregandomene altamente del controllo sociale. E se qualcuno manifesta di sapere di me ma di voler ancora sapere, gli racconto la rava e la fava. E ci godo nell'essere diverso, strambo, e talora anche ripro*vevole.
Massima trasparenza, Vicié.
Guarda che cosa strana: io non ho segreti, eppure sono fondamentalmente un asociale.
Solo quanto ai gruppi, però.
Adoro viceversa la socialità individuale, quella per intenderci "intuitu personae". Fior da fiore.
Può fare paura semmai la prospettiva della m0rte; ma quella c'è sempre, non solo alla vecchiaia, e oltretutto permane anche se si ha una fede.
Quindi la tua visuale, Dario, è forse un po' troppo semplicistica rispetto alla complessità della... faccenda (la chiamo faccenda solo per non scrivere per la sesta volta la parola m0rte).
...Mann*aggia, l'ho scritta lo stesso !!.. : ))))
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