Mi piace questo discorso di due anime in dubbio.
Mi piace perché, anziché confezionare certezze nel pacchetto di brevi aforismi, cercano la verità.
Ebbene, se non siete certi, perché non continuate a cercare?
Io direi di partire dal definire cosa significhi "dignità nel portare la croce".
13 anni e 6 mesi fa
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Dana, no, il 5 era solo per la memoria (non fare le corna: ho appunto evitato di dire "alla memoria" :))
L'ho detto, non do' mai voti mediocri, figurati poi a te, che sei la prima cui ho chiesto amicizia sul sito... Qualche zero qua e là, ma mai su poesie. Su poesie 9, 10 o niente. Sono cose così eteree, delicate... e poi, se non le si sente oggi, le si può sentire domani o dopodomani. Preferisco sospendere il "giudizio".
Nè tantomeno sospetto tue "correità", ma solo percepisco una discreta, intelligente (e coraggiosa) azione di pacificazione, che apprezzo moltissimo. : ))
Delle tue cose mi è piaciuta molto quella (ma non solo quella) in cui racconti dell'incontro con Dio in quell'umile casa tartassata dal dolore e invasa dalla fede. Intendiamoci: non per l'argomento (non amo di per sé le poesie che esprimono certi concetti: possono esserne, e spesso ne sono, solo edulcorazioni zuccherose), ma proprio per la sincerità ed intensità con cui hai comunicato il tuo sentire. Quindi non solo per una considerazione estetica (l'estetica lasciamola ai marinisti: lascia il tempo che trova), ma per la profondità del vissuto.
Orbene, poiché certe scintille, quando è arrivata la prima, ne arrivano altre, sempre di più, finché il fuoco è cosa fatta, io ho per te un profondo rispetto: ti considero miracolata, anzi predestinata (non fraintendermi: escludo con quasi certezza un tuo futuro di stretta clausura), e ti leggo al di là di ciò che certe sortite giullaresche e ridanciane potrebbero far apparire; e forse anche al di là di ciò che tu stessa immagini di te. : ))
Quanto al mio primo "mestiere", esercitato e poi abbandonato tanti anni fa, non lo amavo allorché, nell'interesse di clienti che avevano semmai torto marcio, ero costretto a fare il bianco nero o viceversa. La cosa di cui mi sentivo più colpevole era infilzare la controparte con eccezioni formali o processuali. Pratica purtroppo diffusa, e proprio tra gli avvocati "migliori". Sai che ancora parlo con amici, i quali ritengono per certo (ma assolutamente convinti!) che nella pratica del diritto ciò che conta è la ricerca della verità processuale (unica cui il diritto potrebbe giungere), non di quella sostanziale? A questo ci ha condotto il formalismo giuridico. Del resto, come ognuno può vedere, le eccezioni della difesa nelle note vicende sono tutte di questa natura. Per me questo, se è diritto, è "storto"
.Summum ius, summa iniuria.
No, il mio rigore mentale mi impedisce atteggiamenti sofistici: e ne ho dato la prova abbandonando la professione, non cercando carriere, e riuscendo a rimanere un uomo libero, sempre. Tuttavia, e naturalmente, ho conservato, anzi sviluppato la capacità di gestire argomentazioni, mettendole però sempre al servizio della verità sostanziale.
Come vedi, le mie risposte sono sempre... chilometricamente esaurienti; ma una ne voglio da te, breve e sincera: quegli splendidi occhioni celesti sono proprio i tuoi?? A me parrebbe di sì, ma ne vorrei tanto conferma...
Con stima sincera (fino a risultanza processuale contraria) : ))))))))))))))
13 anni e 6 mesi fa
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Bea, l'ho già detto chissà dove: basterebbe solo illuminare le intelligenze.
Senza di quelle, i cuori rischiano di prendere fischi per fiaschi, partire per la tangente, e...
Poveri cuori...
13 anni e 6 mesi fa
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Mi piace perché, anziché confezionare certezze nel pacchetto di brevi aforismi, cercano la verità.
Ebbene, se non siete certi, perché non continuate a cercare?
Io direi di partire dal definire cosa significhi "dignità nel portare la croce".
L'ho detto, non do' mai voti mediocri, figurati poi a te, che sei la prima cui ho chiesto amicizia sul sito... Qualche zero qua e là, ma mai su poesie. Su poesie 9, 10 o niente. Sono cose così eteree, delicate... e poi, se non le si sente oggi, le si può sentire domani o dopodomani. Preferisco sospendere il "giudizio".
Nè tantomeno sospetto tue "correità", ma solo percepisco una discreta, intelligente (e coraggiosa) azione di pacificazione, che apprezzo moltissimo. : ))
Delle tue cose mi è piaciuta molto quella (ma non solo quella) in cui racconti dell'incontro con Dio in quell'umile casa tartassata dal dolore e invasa dalla fede. Intendiamoci: non per l'argomento (non amo di per sé le poesie che esprimono certi concetti: possono esserne, e spesso ne sono, solo edulcorazioni zuccherose), ma proprio per la sincerità ed intensità con cui hai comunicato il tuo sentire. Quindi non solo per una considerazione estetica (l'estetica lasciamola ai marinisti: lascia il tempo che trova), ma per la profondità del vissuto.
Orbene, poiché certe scintille, quando è arrivata la prima, ne arrivano altre, sempre di più, finché il fuoco è cosa fatta, io ho per te un profondo rispetto: ti considero miracolata, anzi predestinata (non fraintendermi: escludo con quasi certezza un tuo futuro di stretta clausura), e ti leggo al di là di ciò che certe sortite giullaresche e ridanciane potrebbero far apparire; e forse anche al di là di ciò che tu stessa immagini di te. : ))
Quanto al mio primo "mestiere", esercitato e poi abbandonato tanti anni fa, non lo amavo allorché, nell'interesse di clienti che avevano semmai torto marcio, ero costretto a fare il bianco nero o viceversa. La cosa di cui mi sentivo più colpevole era infilzare la controparte con eccezioni formali o processuali. Pratica purtroppo diffusa, e proprio tra gli avvocati "migliori". Sai che ancora parlo con amici, i quali ritengono per certo (ma assolutamente convinti!) che nella pratica del diritto ciò che conta è la ricerca della verità processuale (unica cui il diritto potrebbe giungere), non di quella sostanziale? A questo ci ha condotto il formalismo giuridico. Del resto, come ognuno può vedere, le eccezioni della difesa nelle note vicende sono tutte di questa natura. Per me questo, se è diritto, è "storto"
.Summum ius, summa iniuria.
No, il mio rigore mentale mi impedisce atteggiamenti sofistici: e ne ho dato la prova abbandonando la professione, non cercando carriere, e riuscendo a rimanere un uomo libero, sempre. Tuttavia, e naturalmente, ho conservato, anzi sviluppato la capacità di gestire argomentazioni, mettendole però sempre al servizio della verità sostanziale.
Come vedi, le mie risposte sono sempre... chilometricamente esaurienti; ma una ne voglio da te, breve e sincera: quegli splendidi occhioni celesti sono proprio i tuoi?? A me parrebbe di sì, ma ne vorrei tanto conferma...
Con stima sincera (fino a risultanza processuale contraria) : ))))))))))))))
Questo il motto del cataurbanesimo organizzato.
Senza di quelle, i cuori rischiano di prendere fischi per fiaschi, partire per la tangente, e...
Poveri cuori...