La frase può tuttavia essere degna della massima attenzione se per "verità" si intendono le conoscenze scientifiche, ed in genere i "fatti" che appaiono certi e assodati in un dato momento storico. E' interessante in proposito questo articolo comparso su Corriere.it solo pochi giorni fa:
Tuttavia mi pare poco simpatico privare Elcoche di una risposta.
Questa inversione di prospettiva, dal silenzio della Natura alla natura del silenzio mi piace molto. Qual'è la natura del silenzio. E' là per là una domanda inquietante, ma può condurre a considerazioni interessanti.
Il silenzio è di per sé il nulla. Assenza di qualsiasi suono. Niente di particolarmente... romantico. Roba da impazzire, come diceva Dario qualche commento addietro.
Definirlo la musica della Natura mi sembra eccessivo ed incomprensibile: la musica della Natura sono i suoi suoni, non il silenzio...
Andando tuttavia più a fondo, la circostanza che un anonimo abbia scritto questa frase, e che molti con essa concordino, mi sembra la più evidente dimostrazione di quanto asserivo in un commento ad un diverso post circa la estrema soggettività dei nostri concetti estetici. Ciò dovrebbe far meditare circa la "bellezza" che scorgiamo in qualsiasi cosa: natura, opera d'arte o quel che sia, e farci comprendere che NOI, NOI SOLI siamo misura di questi giudizi, e ci serviamo delle cose esteriori come di uno specchio in cui in realtà vediamo null'altro che noi stessi.
Comprendere questo meccanismo di specchi può forse essere un inizio interessante sulla via della conoscenza di noi stessi.
Quando penso a questi problemi immagino la famosa esperienza della calamita, del foglio di carta e della polvere di ferro. Prendi una calamita, mettila sotto un foglio di carta sopra il quale c'è della polvere di ferro, e vedrai la polvere di ferro disporsi secondo linee di forza precise intorno ai due poli della calamita. Ecco, secondo me la materia è la polvere di ferro, i codici genetici sono le linee di forza e la calamita è l'anima: o, meglio lo spirito invisibile, ciò di cui i codici genetici, il foglio di carta, e... ogni cosa altro non sono che riflesso visibile.
Colgo l'occasione per (ri)segnalare un libro (che ho trovato geniale) di un giovane teologo LAICO, inv*iso all' establishment dell'ortodossia cattolica e aspramente a volte criticato da Osservatore Romano, Famiglia cristiana e via discorrendo: L'anima e il suo destino, di Vito Mancuso, Raffaello Cortina Editore. Affronta il problema in una interessante prospettiva scientifica.
Cinque stelle comunque, perché ciò che davvero importa è porre certi problemi.
Mai disdegnare il dialogo con chi la pensa diversamente da noi (ogni riferimento a persone realmente esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale : )))
Quanto al calcolo delle probabilità, è matematica, mica Barbanera.
Pensa che addirittura, attraverso calcoli probabilistici, si sta riuscendo a scoprire un determinismo nei moti caotici convettivi dei gas, cosa che veniva ritenuta il fenomeno casuale per eccellenza, ancora più casuale dei numeri al lotto...!
Perciò è il caso di andarci piano con gli assiomi. Non facciamo come con la velocità insuperabile della luce, di cui 3 giorni dopo fu scoperto il superamento...
Insomma per dirla tutta: se fra 3 giorni sbarcano gli extraterrestri a Torino, tu che figura ci fai? :)))
http://lettura.corriere.it/la-vita-mortale-dei-fatti/
Questa inversione di prospettiva, dal silenzio della Natura alla natura del silenzio mi piace molto. Qual'è la natura del silenzio. E' là per là una domanda inquietante, ma può condurre a considerazioni interessanti.
Il silenzio è di per sé il nulla. Assenza di qualsiasi suono. Niente di particolarmente... romantico. Roba da impazzire, come diceva Dario qualche commento addietro.
Definirlo la musica della Natura mi sembra eccessivo ed incomprensibile: la musica della Natura sono i suoi suoni, non il silenzio...
Andando tuttavia più a fondo, la circostanza che un anonimo abbia scritto questa frase, e che molti con essa concordino, mi sembra la più evidente dimostrazione di quanto asserivo in un commento ad un diverso post circa la estrema soggettività dei nostri concetti estetici. Ciò dovrebbe far meditare circa la "bellezza" che scorgiamo in qualsiasi cosa: natura, opera d'arte o quel che sia, e farci comprendere che NOI, NOI SOLI siamo misura di questi giudizi, e ci serviamo delle cose esteriori come di uno specchio in cui in realtà vediamo null'altro che noi stessi.
Comprendere questo meccanismo di specchi può forse essere un inizio interessante sulla via della conoscenza di noi stessi.
Colgo l'occasione per (ri)segnalare un libro (che ho trovato geniale) di un giovane teologo LAICO, inv*iso all' establishment dell'ortodossia cattolica e aspramente a volte criticato da Osservatore Romano, Famiglia cristiana e via discorrendo: L'anima e il suo destino, di Vito Mancuso, Raffaello Cortina Editore. Affronta il problema in una interessante prospettiva scientifica.
Cinque stelle comunque, perché ciò che davvero importa è porre certi problemi.
Mai disdegnare il dialogo con chi la pensa diversamente da noi (ogni riferimento a persone realmente esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale : )))
Pensa che addirittura, attraverso calcoli probabilistici, si sta riuscendo a scoprire un determinismo nei moti caotici convettivi dei gas, cosa che veniva ritenuta il fenomeno casuale per eccellenza, ancora più casuale dei numeri al lotto...!
Perciò è il caso di andarci piano con gli assiomi. Non facciamo come con la velocità insuperabile della luce, di cui 3 giorni dopo fu scoperto il superamento...
Insomma per dirla tutta: se fra 3 giorni sbarcano gli extraterrestri a Torino, tu che figura ci fai? :)))