Ai miei occhi eri una specie di demone, sorto dal mio inferno privato per distruggermi. L'odore soave della tua pelle... Quel primo giorno ho temuto di perdere definitivamente la testa. In quela singola ora ho pensato a cento maniere diverse di portarti via dall'aula, di isolarti. E mi sono opposto a tutte, temendo le conseguenze che avrebbero colpito la mia famiglia. Dovevo scappare, andarmene prima di pronunciare le parole che ti avrebbero costretta a seguirmi...
Le sue labbra lisce come il vetro mi sfioravano i capelli, la fronte, la punta del naso. Ogni volta svegliava il mio cuore assopito con una scossa elettrica. L'eco dei suoi battiti si perdeva nella stanza. Era il Paradiso... ma al centro esatto dell'Inferno.
Il mio tremore si fermò all'improvviso e fui invaso da un calore più intenso, nuovo. Che non bruciava. Splendeva. Tutto si sciolse dentro di me e rimasi immobile davanti al visetto di porcellana della bambina, metà vampira, metà umana. Tutti i lacci che mi stringevano alla vita, si spezzarono in un attimo, come lo spago di un grappolo di palloncini. Tutto ciò che mi rendeva ciò che ero - l'amore per la ragazza morta al piano di sopra, l'amore per mio padre, la fedeltà al mio nuovo branco, affetto per gli altri miei Fratelli, l'odio per i miei nemici, per la mia casa, per il mio nome, per me stesso - si staccò da me in quell'istante - zac, zac, zac - e fluttuò nello spazio. Ma non andai alla deriva - un nuovo laccio mi tratteneva dov'ero. Non uno: un milione. Non di corda, ma d'acciaio. Un milione di cavi d'acciaio che mi legavano a una cosa sola; al centro esatto dell'universo. Finalmente capii che l'universo ruotava attorno a quel punto. Non avevo mai colto la simmetria dell'universo, che adesso mi era chiara. Non era più la forza di gravità a imbrigliarmi.
E io non avevo angeli. Erano riservati ai buoni – alle persone come Bella. Ma dov'era stato il suo angelo fino ad ora? Chi stava vegliando su di lei? Risi silenziosamente, sorpreso, mentre realizzavo che, proprio adesso, stavo ricoprendo io quel ruolo. Un angelo vampiro, c'era uno strappo alla regola. Dopo una mezz'ora circa, Bella allentò la tensione dalla posizione in cui si era addormentata. Il suo respiro divenne più profondo e iniziò a mormorare nel sonno. Sorrisi, soddisfatto. Era una piccola cosa, ma almeno stanotte avrebbe dormito più comoda perché io ero lì. "Edward," sospirò, sorridendo. Per il momento misi da parte la tragedia, e mi permisi di essere di nuovo felice.