Scritta da: Marianna Mansueto
in Frasi & Aforismi (Amore)
Sono stanco di sforzarmi di starti lontano. Perciò ci rinuncio.
dal libro "Twilight" di Stephenie Meyer
Sono stanco di sforzarmi di starti lontano. Perciò ci rinuncio.
Avvicinò lentamente il suo viso al mio, sfiorandomi con la guancia gelata. Restai assolutamente immobile. «Mmm... », gemette, con un sospiro profondo. Con lui che mi toccava, così vicino, era molto difficile formulare una domanda coerente. Mi ci volle un minuto buono per riuscire ad aprire bocca di nuovo.
Chi ama ha il potere di distruggere...
"Ti chiedo di sposarmi e tu la metti sul ridere"
"E dai, ho soltanto diciotto anni"
"Beh, io quasi centodieci. È ora che metta la testa a posto"
Sei assolutamente impresentabile. Nessuno dovrebbe essere così attraente: è una tentazione, non è giusto.
Sollevò la mano, indeciso, esitante, stava combattendo con se stesso; accarezzò svelto il profilo della mia guancia, con la punta delle dita. La sua pelle era ghiacciata come sempre, ma la traccia che lasciò sul mio viso era bollente, una scottatura che non provocava dolore.
And so the lion fell in love with the lamb.
E così il leone si innamorò dell'agnello.
Socchiusi gli occhi e vidi i suoi fissi sul mio viso. Era assurdo quando mi guardava così. Come fossi il premio anziché la vincitrice, sfacciatamente fortunata.
Il mio tremore si fermò all'improvviso e fui invaso da un calore più intenso, nuovo. Che non bruciava.
Splendeva.
Tutto si sciolse dentro di me e rimasi immobile davanti al visetto di porcellana della bambina, metà vampira, metà umana.
Tutti i lacci che mi stringevano alla vita, si spezzarono in un attimo, come lo spago di un grappolo di palloncini. Tutto ciò che mi rendeva ciò che ero - l'amore per la ragazza morta al piano di sopra, l'amore per mio padre, la fedeltà al mio nuovo branco, affetto per gli altri miei Fratelli, l'odio per i miei nemici, per la mia casa, per il mio nome, per me stesso - si staccò da me in quell'istante - zac, zac, zac - e fluttuò nello spazio.
Ma non andai alla deriva - un nuovo laccio mi tratteneva dov'ero. Non uno: un milione. Non di corda, ma d'acciaio. Un milione di cavi d'acciaio che mi legavano a una cosa sola; al centro esatto dell'universo.
Finalmente capii che l'universo ruotava attorno a quel punto. Non avevo mai colto la simmetria dell'universo, che adesso mi era chiara.
Non era più la forza di gravità a imbrigliarmi.
E io non avevo angeli. Erano riservati ai buoni – alle persone come Bella. Ma dov'era stato il suo angelo fino ad ora? Chi stava vegliando su di lei?
Risi silenziosamente, sorpreso, mentre realizzavo che, proprio adesso, stavo ricoprendo io quel ruolo.
Un angelo vampiro, c'era uno strappo alla regola.
Dopo una mezz'ora circa, Bella allentò la tensione dalla posizione in cui si era addormentata. Il suo respiro divenne più profondo e iniziò a mormorare nel sonno. Sorrisi, soddisfatto. Era una piccola cosa, ma almeno stanotte avrebbe dormito più comoda perché io ero lì.
"Edward," sospirò, sorridendo.
Per il momento misi da parte la tragedia, e mi permisi di essere di nuovo felice.