Scritto da: Lucia Quarta
in Diario (Delusioni)
Ci sono momenti in cui si ha bisogno di alzare la voce per farsi sentire.
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Ci sono momenti in cui si ha bisogno di alzare la voce per farsi sentire.
Non mi aspetto nulla dalle persone, ho imparato a convivere con la loro indifferenza e superficialità. Sono un'anima che con il tempo ha imparato a capire le parole scontate, quelle dette così giusto per... Guardando la vita da dietro i vetri appannati della mia esistenza, ho capito che non sempre hai il controllo del percorso che scegli. Molte volte le prospettive s'intrecciano con la paura di non aver fatto il giusto, spezzando anche solide fondamenta costruite sulla realtà. E anche se crei alternative per distogliere lo sguardo, l'immagine di una visione distorta si proietterà sempre in profondità, creando trame crude, beffarde, ironicamente celate dietro un velo impercettibile chiamato; sentenze.
Perdonare? Certo che si può a volte, si deve se ti rendi conto che non c'era intenzione di ferirti. Ma se qualcuno mi fa male volutamente, è consapevole che non avrà perdono, non il mio almeno.
Le senti. Le mancanze le senti. Ed è inutile occupare la mente facendo altro. Sono lì, ferme in quell'angolo del cuore e quando l'anima percepisce dolore, si sentono tutte le mancanze.
E poi arriva quel momento in cui le risposte sono talmente evidenti, che non hai più bisogno di porti nessuna domanda.
Rivedo me, da ragazza, forte, lottavo per ciò che di più desideravo al mondo... ora, da adulta, stanca, continuo a lottare, ma per proteggermi da ciò che non avrei mai voluto accadesse.
Non serve il tempo a "svelare" le persone, a volte bastano determinate situazioni.
Essere soli è la cosa più triste del mondo. La peggiore. Vorrei che qualcuno venisse da me e mi dicesse: questo regalo è per te. È un pensiero fatto col cuore, il mio tempo. Solo regali calcolati e non pensati. Dimenticandosi che quel tempo impiegato, a dedicarsi agli altri, è un regalo di grande valore, non si può comprare, si può solo donare. Abbiate a cuore chi è rimasto solo.
Essere soli, in certi giorni di festa, per noi anziani, significa non avere qualcuno con cui condividere momenti di gioia. È questo senso di vuoto è tremendo, fa ammalare, uccide chi rimane solo con i ricordi. Ci avete protetti per il nostro bene isolandoci, di conseguenza, ci avete condannati ad un silenzio assordante. La peggiore delle morti: la solitudine.
Molte persone si sono distinte con ottimi voti per aver frequentato un corso di slealtà e disonestà raccomandati dall'ipocrisia.