Il nostro Amore si è sciolto come neve al sole, una parte di me morirà per sempre, Quello che nutro e continuo a sentire per te, è ancora tanto potente, travolgente e passionale, più forte del più devastante fra gli uragani, ma difronte al destino non è altro che una leggera brezza primaverile che lambisce dolcemente la mia anima afflitta senza giungere in alcun luogo. Ti ricorderò come il mio vero amore mai provato, rievocherai sempre i miei ricordi presenti nei pensieri. Una volta guardato e cavalcato l'arcobaleno per raggiungere con te il giubilo infinito, è impossibile dimenticarsene. Le mie parole possono dirti addio, accompagnate da tristi accordi di una chitarra che non suonerà più. Il mio cuore non ne è ancora capace di dimenticare, i tuoi occhi, le tue labbra i tuoi silenzi, non lo sarà mai, finché la dolcezza di un sorriso non saprà sostituire il mio pianto amaro. Tutte le volte che in me rifiorirà il ricordo di noi il mio soffio vitale palpiterà e sanguinerà una pena che non avrà mai fine, nulla di te scorderò mai, in quest'addio che il fato ci ha voluto bramare, niente potrà cancellare i miei sentimenti o spegnere la fiamma che arde fin dal primo giorno che le nostre strade si sono intersecate Il destino si è preso gioco di noi, piegarsi al suo disegno è inevitabile, non ne capiremo mai il perché, chissà forse un giorno le nostre strade si ricongiungeranno, lui deciderà il cammino della nostra sorte Sarai sempre in me ed io in te per sempre. mio raggio di luna, mia Leggiadra Pulcherrima.
Sapete cosa si prova ad essere picchiate? Si impara a subire in silenzio, senza urlare. Denuncialo mi ripetevo, denuncialo; ma poi mi chiedeva scusa e tutto finiva. Solo per qualche ora, poi ricominciava. Che male quei calci in faccia, sembrava un pugile inferocito. Ero diventata il suo tira pugni personale, la sua valvola di sfogo. Mi ricordo di una mattina in particolare, la mia ultima mattina. Non stavo bene, la sera precedente, ne avevo prese tante, di botte. Mi alzai dal letto, ero tutta in livido e le ossa, scricchiolavano ad ogni mio piccolo movimento. Andai in cucina, senza fare rumore, presi una medicina, un antidolorifico e lui immediatamente si palesò dinanzi a me, ero certa che sarebbe successo, era giunta la mia fine e iniziai ad avere paura. Una coltellata dritta al cuore, caddi a terra. Sentivo la vita scorrere, andare via come un naufrago giunto alla deriva.
Vivo dell'inquietudine che l'empatia affama, e se piango non lo faccio apposta. "Anche oggi ti sei fatto riconoscere" disse mia moglie, accusandomi di "debolezza". All'uomo non si concede il pianto... io non piango per me, piango per voi.
Il dolore del ritorno è un desiderio molte volte irrealizzabile, è più tormentoso di un ricordo, forse perché vorremmo vicino ciò che non è più tra noi, o perché è presente ma distante.
Il suo sorriso era una favilla nell'anima, che accendeva il cuore. Adesso è buio anche il giorno migliore, il sole ha lasciato il mio cielo e il rumore di un tuono lascia solo dolore.
Abbiamo paura sempre di qualcosa: abbiamo paura che la gente ci giudichi, ci ferisca che ci procuri dolore, sofferenza e fatichiamo a fidarci sempre di più delle persone. Infatti un vecchio proverbio dice che quando uno si brucia con la minestra poi soffia anche sull'insalata.