Esperienze


Scritto da: Silvia Nelli
in Diario (Esperienze)
Io non dimentico il male che ricevo, ma non ho mai imparato cosa sia il rancore, l'odio e il disprezzo. Non ne conosco forma e sostanza. Quando ricevo del male lo affronto con il distacco, con l'intelligenza e la saggezza. Mi ritengo una persona molto avanti su certe visioni della vita, molto oltre e dove c'è cattiveria io mi limito a lasciare il posto ad altri. La mia presenza, il mio essere riesce ad essere sereno solo vicino ai suoi simili.
Composto giovedì 3 agosto 2017
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    Scritto da: Fily Russo
    in Diario (Esperienze)
    Quando qualcuno, per qualche motivo o per sua ragione, si allontana da me, senza dare nessuna spiegazione, e si gira per andarsene io chiudo la porta a doppia mandata, senza nessun rancore o pregiudizio alcuno, sono fatta così. "Se te ne vai avrai avuto i tuoi motivi", non sarò certo io a farti cambiare idea. Io proseguo la mia strada, senza mai voltarmi indietro.
    Composto mercoledì 2 agosto 2017
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      Scritto da: Silvia Nelli
      in Diario (Esperienze)
      Invece di "pregare" inizia a "praticare", non serve lamentarsi delle cattiverie che ci vengano fatte se poi siamo i primi a vivere regalando cattiveria. A niente serve accusare li altri delle proprie lacrime se poi siamo responsabili di quelle altrui. Non serve pretendere una lealtà che mai abbiamo messo in pratica. Non ci rende migliori puntare il dito su qualcosa che abbiamo messo in pratica per primi. Non ci aiuta a crescere rendere il resto del mondo responsabile dei nostri fallimenti. Non si diventa grandi con gli insulti, ma con l'umiltà. Non resto più a guardare determinati atteggiamenti, non mi fermo più di fronte a parole di troppo di chi è "poco". Non interrompo il mio cammino per chi non ha avuto la forza di intraprendere a pieno il suo! Io non prego... pratico! E se prego non ho bisogno di dirlo, la preghiera è qualcosa che appartiene all'anima, all'intimo... essa è sostanza e mai apparenza. Io vivo serena e lo faccio nella piena consapevolezza che prima o poi "ciò che si semina si raccoglie" sempre! Il tempo passa, ma certe cose non le cancella e quando è il momento le restituisce, nel bene o nel male... e questo dipende solo da te.
      Composto mercoledì 2 agosto 2017
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        Scritto da: Silvia Nelli
        in Diario (Esperienze)
        Un solo treno ho. Uno soltanto, ed è quello su cui sono salito il giorno che sono nato. Quel treno non si ferma fin quando ho aria nei polmoni, sangue che mi scorre nelle vene ed un cuore che batte nel petto. Ho una sola possibilità, fatta di mille occasioni sfaccettate. Ho una sola strada, fatta di tortuosi sentieri. Ho una sola terra ed un solo cielo, inondato da nebbie fittissime, da lunghe notti, pochi attimi di sole e fredde piogge. Ho un solo carico, me stesso e perché questo viaggio possa prendere la forma che mi sono prefissato, so che devo imparare tante cose e purtroppo molte di esse ancora oggi mi spaventano. Sì, ho paura, io ho paura di non farcela ad affrontare le tempeste. Paura di non riuscire a tornare a sollevare la testa e guardare il cielo dopo aver mangiato la polvere di mille cadute. Ho paura che invidia e cattiveria possano trafiggermi come i peggiori traditori e scoprirlo troppo tardi, magari dopo essermi fidato di loro quando indossavano ancora abiti da "leali" soldati. Ho paura che la pioggia possa durare così a lungo da sentire le ossa e il corpo così infreddoliti da non desiderare altro che la resa. Ho paura, tanta, ma su questo treno sto viaggiando e non ho molta scelta se non quella di scegliere le mete e le compagnie più giuste per me. Sono salito a bordo e con me ho solo una piccola valigia. Essa ha due tasche: una contiene i miei valori che io considero un po' il mio "curriculum", l'altra invece è vuota. Sta a me arricchirla di saggezza, buoni frutti e insegnamento, perché quella tasca si chiama esperienza. Non sarà facile, ma per nessuno di noi lo è, perché non sono il solo passeggero di questo treno, sta a me scegliere accanto a chi viaggiare. Un solo treno, una sola possibilità, perché ognuno di noi possiede una sola vita.
        Composto mercoledì 2 agosto 2017
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          Scritto da: Gabriela Pannia
          in Diario (Esperienze)
          Agosto è come un'alba soleggiata e malinconica, è come la mattina di domenica quando i ricordi freschi della notte ti tengono legata al sabato e coi pensieri sei già immersa nel lunedì. È il culmine dell'estate, il momento degli abbracci trattenuti, dei tuffi prolungati, delle letture smisurate, del distacco rimandato fino all'ultimo secondo. È il mese di mezzo tra il piacere ed il dovere, l'anello sabbioso che lega i sogni ai progetti che si affacciano ai lati del calendario. È il periodo dei viaggi a lungo attesi, il momento in cui tutto è ancor più vivo, eccitato, poetico, nostalgico. È quasi sempre l'occasione dei bilanci e dei mutamenti, e lo è di sera quando, sdraiata beatamente sulla spiaggia, ricordi come eri prima di partire, ed intuisci in cosa cambierai al tuo ritorno.
          Composto lunedì 1 agosto 2016
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            Scritto da: Wìldheart
            in Diario (Esperienze)
            Delle volte esagero, con le parole, con i modi di fare, col vino, con la vita.
            Esagero perché sono esagerata, esasperata, esaustiva, malinconica, triste e tormentata.
            Dentro mi sento un costante uragano che gira e rigira il mio stomaco e le mie emozioni fino a farle diventare confuse ed è tutto sparso li, nel profondo del mio corpo, all'interno delle costole niente più organi, solo ansia. Continua a crescere e giorno dopo giorno non vedo niente di concreto che cresce accanto a me. Niente di buono.
            Così mi descrivono tutti, come qualcosa di marcio, come un vestito che ti sei scocciato di indossare ed io invece, non faccio altro che ricoprirmi di sbagli che ho commesso e che mostro con fierezza perché mi hanno formato... forse male, forse bene, ma tutto questo mi ha pur sempre fatto andare avanti.
            So di essere un disastro, una persona con la quale è difficile convivere ma io non ho fatto altro che chiedere amore nei miei silenzi disperati. Non ho fatto altro che ricevere schiaffi in faccia e pugni che fanno sanguinare fino alla morte.
            Morta. È così che mi sento.
            Sola e morta in un pianeta vasto e desolato, per me, vasto e contagiato, per gli altri.
            Non mi sono mai chiesta se stavo facendo la cosa giusta, ho sempre fatto parlare l'impulso e lasciato che ogni tanto mi facesse cadere, e tutte le volte che sono inciampata nel dolore me le ricordo. Tutte le volte che ho detto no, che ho urlato fino a finire il fiato, pianto fino a non vedere, 'ho capito che si impara dalle delusionì, ma anche che si perde tanto.
            Io ho perso me stessa, e non sono capace di ritrovarmi. Non sono capace di aiutarmi, sono in movimento ma non sento il calore.
            Un pezzo di ghiaccio. Così mi hanno descritta altri, di una freddezza tale, di un menefreghismo inusuale ed io ogni volta sempre più ostinata a voler perdere qualsiasi traccia del mio destino.
            Ho preferito il buio alla luce, almeno così non sono costretta a dover guardare cose che non mi interessano affatto.
            Lasciati andare, mi dico, lasciati scoprire... ma a che servirebbe? A tagliare il mio cuore a metà ancora, a far ribollire il sangue nelle vene, a sentire inutili discorsi sul come o cosa... basta!
            Basta umiliazioni, basta con le stronzate, con le finte serenità, con la finta vita.
            Composto lunedì 11 dicembre 2017
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              in Diario (Esperienze)
              A questo punto non so proprio se tutto quello che mi sta accadendo, siano lezioni di vita o punizioni. Perché ho come la sensazione che io stia pagando una pena infondata, una colpa non mia. Mi sembra di essere immersa in un calvario ardente come la gola dell'Inferno, putrida come la pece e insopportabile come le mosche. Condannata a vivere più momenti di infelicità, a conoscere sempre più persone senza valori di ogni tipo e a lottare per il mio equilibrio vitale contro un mostro invisibile ad occhio nudo, ma titanico per la mia piccola e ancora debole anima.
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                Scritto da: Lucia Quarta
                in Diario (Esperienze)
                Una lunghissima estate. Ricorderò per sempre quest'estate, questo intenso caldo che non ti fa respirare. Quel caldo che non ti fa dormire, quello per cui prima di esso, pensi solo al mare. Ad un certo punto, però, vorresti che finisse perché così non ti fa vivere, né respirare. Pensi che l'inverno sarà migliore, anche se dovrai indossare il maglione. Si preferirà l'inverno e così ogni altra stagione, vorremo sempre cambiare il tempo come se fosse un telecomando.
                Composto martedì 25 luglio 2017
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