Esperienze


Scritto da: Raffaella Frese
in Diario (Esperienze)
Ci sono sogni che hanno come scatola un contenitore colmo di niente. Vuoto, scialbo. Altri sogni persi nell'infinito e nel silenzio dell'anima del loro vagare, naufragano lontano, lontano dai loro orizzonti. Invece altri sogni, coraggiosi, combattenti, audaci, non si perdono d'animo nel lerciume dell'esistenza; ma hanno il coraggio di affrontare l'imperfezione che si erge nell'egoismo della vita. Ecco i miei sogni! Sogni capaci di ricucirsi le ferite, capaci di completare il puzzle ingarbugliato del mio cuore.
Composto lunedì 4 febbraio 2008
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    Scritto da: Raffaella Frese
    in Diario (Esperienze)
    Amo le sfaccettature di ogni mio momento passato, bello è brutto che sia stato. Non cancello quello che ero, ma apprezzo quello che sono diventata. Amo la diversità del mio essere complicata, amo la spontaneità dei miei imbarazzi. Amo accendere la candela della speranza laddove si è spenta. Amo la vita perché mi ha reso la donna forte che volevo diventare, con un bagaglio colmo di esperienze. E alla domanda "che cosa vuoi dalla vita?" Posso finalmente rispondere; tutto quello che fin ad ora mi ha insegnato, non perdere il rispetto per gli atri e per me stessa, nulla più!
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      Scritto da: Horion Enky
      in Diario (Esperienze)
      L'asfalto è caldo e l'odore del catrame riempie le mie narici, la mia pelle trasuda calore, nell'aria non c'è l'odore della pioggia, che arriva a rinfrescare questo cuore. Quanti passi hanno fatto i miei piedi, per rincorrere la vita di giorni tutti uguali. Non posso fermarmi ad ascoltare il tempo, esso non aspetta, divora le mie aspettative, non mi vuole parlare, brucia le emozioni nate all'ombra dei cipressi, che conducono ai cimiteri degli attimi perduti. Il sole scalda, l'asfalto scotta sotto queste mie scarpe, fatte di suole consumate e piene di passi. Così sono obbligato a camminare su questa strada, per non morire ai bordi della vita, mascherata a volte con delle bugie, come un cammello che attraversa le autostrade dei deserti, per cercare un'oasi che non c'è, su di una strada senza tempo, che non abbia l'odore del catrame.
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        Scritto da: Vincenza Montuori
        in Diario (Esperienze)
        Qualche sera si avvolgevano una coperta sottile sulle spalle e, seduti sul divano, contemplavano la fiamma del caminetto come qualcosa di magico. Ascoltavano il fuoco. Evitavano di parlare come per non mancare di rispetto a quel calore imponente che riusciva a capire i loro silenzi e ad ardere, quasi con rabbia, tutto quello che li logorava dentro. Era una compagnia sincera quel fuoco, l'unica che, come il mare, riusciva a sapere ed annullare, l'unica che toglie e ridà vita, l'unica che li avvolgeva di un abbraccio puro. Si addormentavano spesso così, abbracciati, mentre i loro dolori diventavano cenere.
        Composto martedì 8 dicembre 2015
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          Scritto da: Vincenza Montuori
          in Diario (Esperienze)
          Il mattino era una salvezza. Lo amava. Amava quegli istanti in cui tutto rimaneva in perfetto silenzio, immobile, mentre la natura s'illuminava di splendidi colori. Le piaceva guardare fuori dalla finestra, assistere a quello spettacolo come ad un miracolo: la luce portava via le ombre e i fantasmi. Per un attimo si spinse fuori col viso e si lasciò accarezzare dalla brezza. Era ormai un rituale, ma era vita.
          Composto lunedì 7 dicembre 2015
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            Scritto da: Vincenza Montuori
            in Diario (Esperienze)
            Non si può essere stagione per nessuno se non impari ad usare il sole. Fu così che prese coscienza del fatto che nel suo cammino non c'erano mai state stagioni. Guardò il cielo, come amava fare spesso, e improvvisamente avvertì il profumo di un caminetto appena acceso e la carezza di un tiepido, timido raggio di sole. Capì che nessuna stagione era più importante di se stessa.
            Composto lunedì 7 dicembre 2015
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              Scritto da: Vincenza Montuori
              in Diario (Esperienze)
              Era una stagione strana l'inverno. Attendevo spesso il sabato per fuggire via. Avevo un amante segreto: il mare. Chiudevo tutto e correvo lì, ad abbandonarmi in quell'abbraccio che sapeva d'infinito. Dove il silenzio mi cullava i pensieri e il dolore riaffiorava e spariva, con lo stesso moto che usano le onde nel riportare a riva e trascinare via i segreti del mare. Era l'unico modo per non morire.
              Composto domenica 29 novembre 2015
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                Scritto da: Giuseppe Cutropia
                in Diario (Esperienze)
                Innumerevoli capolavori Dio ha creato... ha donato al mare tramonti che potessero dipingerlo di caldi colori, pennellate in grado di offrire al cuore di chi lo contempla, sfumature di infinite emozioni. Ha donato al cielo manti stellati, affinché chi lo ammiri nelle sue notti, possa perdersi nei propri sogni. Al mattino, ha donato quella fresca brezza, che prende vita tra profumi di campi fioriti. E all'uomo... all'uomo ha donato il suo miglior capolavoro... la donna. Una donna che con un suo sorriso, è in grado di donare colore alla cuore di un uomo. Che con un suo sguardo, può illuminargli la vita... rendendola un meraviglioso sogno senza fine. Una donna, che ha in sé la fragranza di un fiore appena sbocciato. Profumi inebrianti, che accarezzano l'anima di un uomo, come fosse dolce brezza mattutina. La donna... un capolavoro che racchiude in sé, tutto il fascino del creato. E quando un uomo ha la fortuna di poter amare una donna per ciò che è... quando nei suoi occhi, vede la bellezza della sua anima... quando sente il suo amore crescere giorno per giorno, a discapito del tempo che lascia tracce del suo passaggio... quando prova tutto questo... è come se stringesse tra le braccia il proprio angolo di paradiso.
                Composto giovedì 19 novembre 2015
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                  Scritto da: Giuseppe Cutropia
                  in Diario (Esperienze)
                  Era un giorno d'inverno... sì, uno di quei giorni dove il freddo mi gelava il cuore, e dove la pioggia scendeva risparmiando il mio corpo, ma che inesorabile... bagnava la mia anima. Era uno giorno d'inverno... uno di quei gelidi giorni, dove altrettanti freddi sguardi mi passavano accanto, incuranti di chi io fossi, occhi indifferenti che vedevano solo un viso sporco e un corpo sciupato, giacere sul ciglio di un marciapiede... senza soffermarsi sulla mia anima, un'anima affamata d'amore. Il mio sguardo stanco era rivolto alla mia solitudine, e poi ad un tratto... una ombra si accostò a me. Arrivasti zampettando, spaurito, col tuo corpo così simile al mio, sporco e denutrito. I miei occhi cercarono i tuoi sotto quel manto scuro, e in essi videro la tua anima... un'anima affamata anch'essa d'amore. Appoggiai la mia mano stanca sul tuo capo, una mano povera ma allo stesso tempo così bisognosa di dare e ricevere amore... un amore che da quell'istante, abbiamo condiviso nei nostri giorni d'inverno. Quello stesso inverno ormai scaldato dal tepore dei nostri cuori. Due solitudini che da quel giorno d'inverno, mutarono in una fedele compagnia... portando la primavera nei nostri cuori.
                  Composto martedì 17 novembre 2015
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                    Scritto da: Giuseppe Cutropia
                    in Diario (Esperienze)
                    Ci sono decisioni che non puoi delegare... scelte che non puoi rimandare...
                    ci sono momenti della vita, in cui non puoi stare semplicemente a guardare, e allora lo fai... ti butti... lo fai chiudendo gli occhi e aprendo il cuore.
                    Ciò che succederà? Noi non lo possiamo sapere... ma meglio aver vissuto e aver tentato... lottato. Piuttosto che svegliarsi una mattina, e rendersi conto che l'unica cosa che ti ritrovi tra le mani... è solo il rimpianto di aver mollato, di esserti arreso.
                    I rimpianti possono essere più devastanti di qualsiasi altra cosa.
                    La vita va vissuta... sempre, e bisogna farlo col cuore. Perché in un modo o in un altro, troverai sempre un fiore sul cammino che hai scelto di intraprendere.
                    Altrimenti ti ritroverai in un deserto arido... un deserto di rinunce, un deserto privo di quelle emozioni che avresti potuto vivere.
                    Composto martedì 17 novembre 2015
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