Scritto da: Nataly Laganà
in Diario (Quotidianità)
Ho troppi pezzi veri per scrivere storie di fantasia.
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Ho troppi pezzi veri per scrivere storie di fantasia.
Anche aprile sta passando, lasciando dietro di sé sofferenza, rabbia, solitudine e tante difficoltà. Il mio augurio è che il nuovo mese possa portarci un po' di pace, ma soprattutto, la speranza di poterci riappropriare presto della nostra quotidianità.
Se non sei capace di vivere una follia, sei destinata a restare nella tua monotonia.
Chiuderò gli occhi per non vedere più questa abitudine che mi assale, li terrò chiusi, per immaginare il luogo dove voglio stare.
Le Donne, quelle belle da morire. Quelle che si alzano al mattino, si guardano allo specchio e si amano in ogni minima parte di se stesse. Amano le loro rughe date dall'esperienza che le ha forgiate e i loro difetti spesso derisi. Quelle che conoscono il loro valore, la loro forza e credono in se stesse, quelle che non noti quasi mai all'apparenza, ma sanno molto bene "Essere". Sorridono anche quando portano macigni sul cuore e tendono la mano senza remore, ma non si sprecano. Quelle che se ci sono fanno la differenza, ma se non sai apprezzarla la sostituiscono con l'indifferenza. Si, proprio loro! Quelle che per far male non hanno bisogno di insultare, denigrare e dichiararsi migliori... Loro sanno essere sempre e comunque anche oltre l'ignoranza altrui.
Mi par d'essere in un bosco, il cinguettio degli uccellini qui sul terrazzo di casa mia in questa cittadina non ha prezzo. La domenica a quest'ora vi era sempre un assordante via e vai di veicoli che transitavano su e giù per la città, mentre ora c'è solo quiete e tranquillità.
Mi piacciono quelle persone che con molta eleganza e pacatezza si tolgono dei sassolini dalle scarpe, peccato che non tutti vedono questa finezza.
Presto ci ritroveremo, ma nulla sarà uguale. La mia richiesta: ognuno di voi saprà capire tutti i cambiamenti che saranno effettuati, per la vostra, la nostra salute, rispettiamoli, grazie.
Non raccontiamo a nessuno le nostre paure, ma dedichiamo le nostre attenzioni a tutti coloro che ne hanno bisogno, perché nel cuore portiamo ovunque l'amore di Dio.
È una di quelle giornate da passare a letto, a fare l'amore, in senso ampio intendo... ridere, chiacchierare, accoccolarsi, stiracchiarsi, dire stupidate, prendersi in giro, parlare di tutto, appisolarsi... "hai sete?", "mangiamo qualcosa?", una mano sul fianco, un bacio ovunque, "ci alziamo?"... naaaaa... stiamo qui che abbiamo tutto... che il tutto a volte è un letto e un noi a riempirlo di vita.