Scritto da: Nataly Laganà
in Diario (Quotidianità)
Se qualche volta ci metto troppo a parlare è perché non so da dove cominciare.
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Se qualche volta ci metto troppo a parlare è perché non so da dove cominciare.
Non c'è la necessità di avere abiti, riconoscimenti, qualifiche o titoli per dedicarsi e mettere in pratica le proprie passioni, al giorno d'oggi soprattutto con la diffusione delle informazioni e un impegno costante ci si può formare da autodidatti e si può divenire facilmente più competenti rispetto alle tante persone che hanno conseguito una laurea magistrale senza inseguire i propri sogni e le proprie passioni ma soltanto per bassi interessi e affermarsi nella società per ottenere un buon posto di lavoro.
Non scelgo mai vini mediocri, la vita è già quella che è. Dovevo nascere sommelier.
Il valore del "dipende", penso a una cosa, ma sono sempre disposto a guardarla da un altro punto di vista.
Ti rendi conto che viviamo tutti senza capire la sofferenza di chi ci sta accanto, anche se i segnali arrivano, noi non abbiamo il tempo di raccoglierli, persi in una vita frenetica che non ci porta da nessuna parte.
Con cuore colmo d'amore, con spirito di solidarietà, con empatia sforzandomi di essere positiva, vivo l'incertezza di questi giorni.
Intanto la vita va avanti, io mi fermo un attimo per riflettere.
Prendiamo le giornate come vengono, finché abbiamo la fortuna di viverle.
Viaggiare con la fantasia è vivere di un sogno fatto da semplici parole che possono emanare grandissime emozioni. Leggere significa anche chiudere la porta ai nostri problemi quotidiani, ad immergerci in un mondo dove tutto e possibile, dove usciamo da noi stessi e viviamo storie, di avventure e a vivere i personaggi. Un mondo da esplorare che rispetto alla realtà è molto migliore, un deserto da assaporare che a loro volta si trasformano in musica.
Abbiamo accettato il dramma delle città vuote e silenziose, mentre il tempo rimaneva in attesa di tornare alla normalità aspettando la ripartenza.