Scritto da: Claudio Brunelli
in Diario (Sentimenti)
Amare è anche passare intere giornate a ridere delle proprie fragilità.
Composto domenica 14 agosto 2016
Amare è anche passare intere giornate a ridere delle proprie fragilità.
Mi piacciono quelle persone che mettono il cuore su tutto, a volte anche sbagliando, fanno tutto con amore, con cuore, con passione.
Come l'onda ritorna sempre a riva, i nostri pensieri torneranno sempre là dove i nostri corpi intrecciati nel fuoco della passione univano le nostre anime. Nel desiderio dei nostri sguardi vivevamo noi, il nostro amore.
Tu sei l'amore...
Un amore devastante.
Mi fai del bene quando mi cerchi e mi fai del male quando non lo fai.
Sei quello che che ha il potere di rendere le mie giornate meravigliose anche solo con un buongiorno o renderle insignificanti e vuote con il tuo silenzio.
Tu sei l'amore...
Un amore che fa male, che fa passare le notti insonni, che fa porre mille domande senza mai avere risposte.
Lo so... l'amore non dovrebbe fai male, non dovrebbe essere elemosinato ne giustificato.
Ma nonostante questo tu per sei sei l'amore!
Credo nei colpi di fulmine, perché basta un attimo ad un raggio di sole per illuminare il buio.
Adesso fermati un istante e guardami negli occhi sino all'anima e poi dimmi cosa provi, cosa pensi, senti le nostre emozioni, ti mancano. Dimmi che sei felice così, forse capirò, sparirò, e forse sarà per sempre.
C'è chi colleziona, chi seleziona e poi ci sono io che mi affeziono.
In un caldo giorno d'estate mi trovai in un giardino molto carino, ben curato, con tanti fiori, e c'era un aria di dolcezza, serenità, ma non vedevo nessuno che lo curasse quel bel giardino, e all'improvviso non so cosa mi fece capire che non era un giardino, ma era il tuo cuore.
Siamo persone trascinate nelle vite altrui. Siamo il loro salvagente e la loro ancora di salvezza nel momento del bisogno. Veniamo estirpati dalle nostre abitudini, inondati di sogni e di emozioni, fino ad arrivare a pronunciare quel fatidico: "ci credo"! Vediamo i buchi e i vuoti che ciò che non ha basi solide lascia sempre intravedere, ma li ignoriamo perché quel "ci credo" che abbiamo pronunciato non può essere solo una nostra illusione. Portiamo avanti qualcosa, con estrema forza... lottiamo, ma lo facciamo inconsapevolmente e senza rendercene conto da soli e finiamo per caderci noi stessi in quei buchi, divorati da quei vuoti che adesso non possiamo più ignorare perché li percepiamo attorno, ci sbattiamo contro e li sentiamo dentro. Siamo rimasti in pochi a credere che "amare" sia qualcosa da costruire in due e non una parola da pronunciare in un momento di debolezza e solitudine... per rimangiarcela non appena ci siamo ripresi. Chi resta a pagare tutto questo paga un prezzo troppo alto perché non si può sanare le proprie ferite ferendo a morte gli altri.
Quante volte un amore non vissuto rimane un'immagine astratta, l'invenzione che è divenuta preponderante di uno spazio che non s'è mai riempito di quotidianità. Quante volte, così, ho finto intere poesie, battute e dialoghi tra noi due, quanti amplessi ho espresso alla solitudine mentre stavi in un altro abbraccio. Ho dipinto figli e secchielli sulla spiaggia, inesorabilmente cancellati dall'onda più alta della realtà, che ha trascinato pure con sé l'intera tela e così ogni altra illusione. Non posso vivere il non vissuto, se non posso vivere con te quello che già c'è, posso solo vivere con la speranza che davvero possa finalmente amare senza te, perché credo che ciò che mi manchi non sia solo tu, ma quell'amore che eravamo, quell'amore che so di avere ma che non posso.