Conserva sempre quella luce speciale che fa brillare i tuoi occhi come stelle nel cielo. Non permettere alle nuvole di oscurarli, e se qualche lacrima di tanto in tanto cadrà, sappi che anche il cielo piange, e lo fa per pulire ciò che l'uomo sporca di continuo.
Vorrei tanto che tornassero di moda le lettere. Vorrei riprovare quel batticuore che tanto si faceva attendere nel riceverle. Oggi è tutto più semplice, più veloce ma non ti lascia dentro la stessa sensazione. Un messaggio, si legge, ma nella memoria si cancella, un vocale, puoi ascoltarlo più, e più volte ma non ti farà mai sospirare come una lettera, letta. Abbiamo reso orfani le mani privandole del piacere di toccare, e sentire l'emozione tra le dita.
Guarda quanta gente ti lasci dietro quando smetti di essere ciò che eri, quando smetti di esserci, quando non sei più disposta ad assecondarli, e a giustificare ogni loro mancanza fatta volutamente. Guardali cambiare quando dici a loro, che sono peggiori e non migliori. Guardali diventare lividi di rabbia quando passi, sorridi e vai oltre.
Quando non avevamo niente, si era felici con poco. La strada era il nostro luna park. Si sentiva il profumo del pane appena cotto, l'arrotino che urlava, il fruttivendolo che sistemava la sua misera bancarella, le donne che andavano a lavare i panni al fiume e nonostante la fatica le sentivi cantare. C'era un mondo fatto di povera gente ma tutti erano felici di quel niente. Oggi non si sente più cantare, non si sentono più i profumi del cibo cotto per strada nessuno che ti guarda in faccia e ti sorride, nessuno che ti abbraccia almeno che tu, non glielo chieda. Tutti presi dalla tecnologia all'avanguardia, tutti con i telefonini in mano, e nessuno si parla più. È questo che siamo: una società fatta di persone che ride, piange, parla, sorride ad un telefonino. Ai miei tempi, c'era la povertà, si mangiava quando si poteva e ci sedeva tutti a tavola a fare festa. Oggi, ci si siede tutti a tavola, ma solo alle feste raccomandate. Forse.
Non abbiate paura. Tutto ciò che si ha da perdere, avviene una sola volta: la prima è devastante, imprevista, spiazzante, ti butta a terra come se, ti fosse passato un uragano scaraventandoti di tutto addosso. Ma la forza della sopravvivenza ti fa rialzare, e reagire ed è lì il bello, ci si ritrova nuovamente a tu, per tu con la vita, faccia a faccia e non temi più nulla, ciò che avevi da perdere, l'hai perso, ma la voglia di riprovarci no. Quella non la perderai, non te la porterà via, nessuno.
Mamma: la più bella parola del creato. Sa perdonare, ascoltare, consigliare, è quella persona che ti sosterrà nelle tue scelte di vita, giuste o sbagliate, le rispetterà perché sono le tue. È l'abbraccio caldo nelle giornate più fredde, è l'autunno quando cadrai come le foglie e non permetterà al vento di trascinarti altrove. È casa con i suoi profumi avvolgenti è camino acceso quando avrai l'inverno nel cuore e saprà scaldarti con il suo amore, è carezza quando la vita ti schiaffeggia e lei con un sorriso la beffeggia. È l'inverno più freddo quando non ci sarà più il tuo sole a scaldare il tuo cuore.
Abbi rispetto di lui, non appesantirlo, potrebbe affaticarsi e non riuscire più a trattenere tutto. Trattalo bene il tuo "cuore", non riempirlo solo di dolore. Mettici dentro anche un po' gioia e amore.
"Evitare": la parola più bella del vocabolario per me. Che non vuol dire "superficiale". Vuol dire: fare a meno di cose o persone ritenute dannose o fastidiose. Ed è ciò che faccio di continuo senza preoccuparmi di chi crede o pensa che sia, altezzosa o snob, nulla di più sbagliato. Semplicemente evito e non considero chi non merita la mia attenzione.
Dovremmo far visita a chi amiamo più spesso e dire a loro quanto li amiamo e quanto sono importanti per noi. Non diamo per scontato l'oggi, godiamo insieme ai nostri cari gli attimi preziosi che la vita, il tempo ci concede adesso, prima che lo faccia la morte lasciandoci dentro il rimpianto di non averlo fatto più spesso.