Scritto da: Pierliana Masetto
in Diario (Quotidianità)
Dove vivi, lavori? Sei sposato, hai figli? Perché la maggior parte della gente è così... si cura di ciò che fai e non gli interessa di capire chi sei.
Composto lunedì 6 maggio 2019
Dove vivi, lavori? Sei sposato, hai figli? Perché la maggior parte della gente è così... si cura di ciò che fai e non gli interessa di capire chi sei.
Ho smesso è vero, ho smesso tante cose. Ho smesso ad esempio di indossare abiti troppo stretti, soprattutto di mettermi nei panni degli altri, di chi che con me non scambierebbe neanche una sciarpa. Ho smesso di credere, dapprima in Dio e via via anche alle persone, che tanto ognuno ti racconterà la sua versione e quasi mai è la verità. Quella me la trovo da sola e spesso senza affannarmi neanche troppo. Ho smesso di trattenere le mie idee per timore che non vengano accolte, ma di conseguenza ho imparato tanto. Ho imparato che le strette di mano devono far scricchiolare le dita per essere sincere, e che gli abbracci devono infondere calore altrimenti sono asettici. E se sono cambiata mi spiace se così non piaccio, ma piaccio a me e ora è questa la mia priorità.
Quando la risposta è sempre no, alla fine impari a non chiedere più.
A volte le persone fanno errori inconsapevoli a scapito di altre persone, poi magari se ne rendono conto, chiedono scusa... ma se è vero che si può perdonare e che è inutile rimuginare sul passato o tornare indietro per rimediare, è anche vero che i fatti non cambiano, le ferite e le delusioni rimangono... strascichi di una parola di troppo, o di una mancata attenzione. Acqua passata, si suol dire. Ho perdonato, non ci penso più. Ma non dimentico.
Il tempo non modifica la bellezza di una persona, può scalfire i lineamenti, può mostrare i segni che comunque solo i più superficiali noteranno... ma ciò che fa bella una persona è in quel che è dentro, e rimane intatto.
Tanto qualunque cosa tu faccia ognuno ti vedrà a modo suo e non come sei.
Sei troppo social, diranno. Oppure troppo chiusa in te stessa. Sei troppo arrogante, sei troppo permissiva, troppo lunatica o troppo sensibile. Sei troppo permalosa, sei troppo generosa, sei logorroica, sei silenziosa, ti esprimi ma non ti esponi, sei troppo diffidente, sei troppo amichevole. Sei troppo impulsiva, sei troppo riflessiva, sei troppo irritante, sei troppo indulgente... Sei troppo espansiva, sei troppo riducente, sei troppo critica, sei troppo arrogante, sei troppo timida, sei permissiva. Il loro problema è che sei troppo "tu", che sorridi se sei felice e che non nascondi le lacrime quando sei triste... Che parli se c'è qualcosa da dire altrimenti ti tieni in disparte. Che non trattieni gli slanci di affetto ma che a volte ti chiudi a riccio. Tu che vivi le emozioni con la potenza del momento. E in un mondo dove abbondano maschere, tutte con un'identica espressione, chi mette a nudo l'anima crea sconcerto.
Forse qualcosa c'è che può curare tutto. Il silenzio. Si sta in silenzio quando si sta così bene che le parole sarebbero superflue, e si sta in silenzio quando si sta così male che non c'è più niente da dire.
Non so se succede a tutti, ma si arriva a un certo punto dell'età in cui si comincia a ragionare con freddezza. Forse è un bene, forse è un male. Quel che è certo è che si impara a perdere la sensibilità verso cose che un tempo facevano male, ora, invece, ci si fa sfiorare solo da ciò che realmente importa, mentre tutto il resto scivola.
Nessuno può realmente capire cosa voglia dire una persona quando parla di sé, soprattutto se lo fa per metafore. Ma il bello è proprio questo, riconoscersi sotto altri aspetti... e da diversi punti di vista, perché magari le situazioni, le emozioni e le percezioni non sono le stesse, ma le affinità sono comunque simili.