Un grande dolore ti lacera il cuore e l'anima grida, nessuno ti sente, vorresti morire... sparire non pensare più a niente. Ma dentro più forte ti toglie le forze, ti rende impotente, ti assale ti sfida, ti succhia la vita e quel che ti resta. Non c'è più speranza, non c'è più futuro, c'è solo quel muro per sbatter la testa. Ma niente ti resta, soltanto dolore... dolore, dolore...
Una foglia si stacca da un ramo, il picciuolo protende ma invano. Il vento la spazza lontano è smarrita, non sà dove sia, e s'accorge pian piano che linfa non scorre già più nelle vene. Su un prato cade sbiadita... Il sole accartoccia la piccola foglia appassita, pestata, sbriciolata, resiste; solo polvere resta, ed il vento la porta lontano. Quel che era, ora più non esiste.
Occhi dolci di bambino, dubbi, desideri esauditi, sorrisi, gioie infinite, stupore, malinconie, specchi dove trovare il vero, in quegli occhi ingenui finisce il mistero. Profondi occhi in cerca d'amore, è continua richiesta, un cielo in cui perdersi tra il pensiero ed i colori, affamati di sapere, pace e tranquillità. Qualche lacrima và asciugata da una parolina fatata, da una mano sicura, ed a sera un bacio sugli occhi una carezza, per una dolce nottata.
Caro er mio Signore m'hai dato troppo core, me sciorgo a na carezza, davanti ar tramonto, a un fiore nun sopporto er pianto de na creatura tutto me fà tenerezza.
Me dovevi da fà er core più duro privo de sensibilità così che davanti a tutti me potevo parà e sicura nelli occhi a li guardà. Certo che un poco e un poco puro m'accontentavo ma cor core così bono tutti se n'approfittano. Bè, nun fà niente vojo esse così come sono.
Sentirti ancora, sentirti ora sopra questo cuore che non smette di battere con le tue carezze baci incandescenti mani che si perdono sopra la mia pelle con le mie certezze fianchi sopra un'onda che torna e ritorna a lambire rive e poi m'inonda. Al tempo sopravvive questa folle passione e manchi ogni minuto alla mia bocca al mio bisogno che si tocca. Tu sei il sogno che un giorno ho incontrato stringendoti a me ho immaginato che solo tu potevi farmi donna e con te ho provato. Io sono quella che sempre esaudirà le tue più strane voglie sarò per te ed in te se lo vorrai come per me, in me tu per sempre sarai.
Sera, torno a casa la strada è lunga cammino lentamente, guardo in terra e la mia ombra non mi vuol seguire. È la voglia di perdersi e non tornare a volte solo per cambiare per trovare una ragione per continuare. Manca poco, sono quasi arrivata ma mi fermo a pensare torno sui miei passi cerco una scusa per fermarmi a pensare. Le stelle non mi aiutano stasera cosa mai potrò inventarmi per non salire... Sono stanca, annoiata da morire si, forse di questa vita e che non so mentire... si vedrà dal mio viso, si fa presto a capire poi dalla finestra mi sento chiamare: amore... non sali cosa stai a fare? Hai fatto tardi mi hai fatto preoccupare... Sali, non convinta ma è lì che devi stare.
Stringerai quello che non hai capito e solo fiori troverai quelli che ti ho lasciato fogli scritti e finalmente saprai quanto ti ho amato. Accenderai l'ultima candela e passerai il tempo guardando come si consuma quello che non hai mai visto, attraverso il fumo ti sembrerà più chiaro. Mi chiamerai ma sarò lontana, mi giungerà la voce la porto dentro il cuore, dimenticarti mai. Il volere distratto non ti ha fatto pensare Ed io ero lì ad aspettare non era mai per me il momento e mi dovevo accontentare. Non mi hai più trovato eppure lì mi avevi lasciato convinto di ritrovarmi. Sai non te l'ho detto mai, ma pensavo anch'io anche se per te mi sono persa. Ora cerchi quello che non hai mai visto né considerato e manca un pezzo al tuo orgoglio malato forse facevo parte dell'arredamento solo possesso non mi hai forse, mai amato.
Quante volte solo pensata una parola che libera, mai pronunciata eppure semplice e non vuole uscire perché sulle tue labbra brucia da morire così riprendo vita ed ancora continuo a farmi usare come fossi un giocattolo piangi e ti fai credere e strilli quando non puoi averlo poi lo dimentichi nel fondo di una cesta e ne scegli un altro per appagare l'ego e più non ti accontenti perché solo io ti conosco e mi vieni a cercare sai per certo che qui mi puoi trovare e bastano le tue mani che frugano per sentirne l'odore quel mio carillon ancora tu farai girare e suonare finché e per quanto questo ti può piacere sarà forse questa parola a farmi poi sparire oppure mai detta mi farà morire aspettando che questo mio continuo accontentarti ti farà stancare e mi lascerai usata e distrutta... Ora basta ma non posso lasciare...
Guardami... dimmi che sei mio, vivimi tutta con l'anima, senza ragione, respira il mio respiro fino a morire, confusi tra il profumo dei nostri corpi in un disperato abbraccio. Stringimi ancora, dimmi che sei mio...