Un groviglio di corpi, un ammasso di morti, senza nome, né volto. Un orrendo connubio di razzismo e pazzia ci ha sconvolto la vita, la tua... la mia... Dietro sbarre di ferro non si vedon che occhi e le mani protese. Noi dobbiamo scusarci, ma terribili eventi ci hanno resi impotenti e di fronte allo scempio di disegni infernali, disumana progenie meritava sparire. Ma purtroppo "le bestie" sono dure a morire.
Paura di morire? No, paura di soffrire, una morte dignitosa, una vita orgogliosa, il rispetto di me stessa e questo mi dà pace. Io non vedo futuro, vivo il giorno che nasce, il mattino mi sveglia appagata da un sonno tranquillo. Ho vissuto i miei sbagli, non ne sono pentita, vado incontro alla vita senza fare progetti. I miei sogni son quì, nella mia grande casa, ogni cosa è un ricordo e anche l'anima gode, riacquistando la pace persa durante il giorno. Vivo ogni minuto con i miei tanti affetti a cui ho dato tanto e ancor tanto ho da offrire. Voglio solo un ricordo...
E la nebbia scese come un sipario, tutto sfumò e nascose, anche quei giorni segnati, del calendario, nelle mani, che un tempo stringevi, più non rimani. Le promesse, le illusioni, le bugie e quelle strane sensazioni, non sapevo mai dov'eri, ti cercavo e non volevi, eppure a modo tuo mi amavi. Nel cuore sei rimasto, per tutto il tempo, ti sentivo come un brivido nel vento, mi sentivo sfiorare come solo tu sapevi fare, ed un giorno d'aprile, ti ho visto tornare. Ho riaperto casa, ho riaperto il cuore, sperando... ancora sto soffrendo e non si può per l'ennesima volta. Quel sipario scese su questa commedia, che mai più replicò.
Voglio un milione di baci non stancarti mai dammene tanti come tu li vuoi dammene ancora come tu più puoi come già sai.
Voglio sentirti caldo scorrere su di me voglio sentirti vivo dove io voglio te.
Amami con passione accendi il desiderio spegni con le tue labbra ogni mia voglia varca ogni mia soglia ti aspetto davanti ogni mio uscio vieni, non serve forzare.
Tra le mie braccia ti abbandonerai ma tu continua a baciarmi non te ne pentirai.
Parola ormai dimenticata sul vocabolario la pagina non è mai stata visionata limpida e vergine come da etimologia chiara e semplice sostituita da: bugia.
Vicino a quell'artare me so inginocchiato: Signore mio, perché m'hai dato sto tempo tanto limitato? Eppure dalla vita, fino ad adesso nun ho avuto ancora quello che mi avevi promesso. Nun posso crede che te sei scordato, forse che so er fijo sfortunatò eppure nun c'è giorno che nun t'ho pregato. Mentre ch'ero inginocchiato, s'ode un pianto sommesso, de na mamma cor fijolo appresso, che pena drentro ar core, se trascinava dietro quer dolore, chiedendo grazia pe quell'unico amore. Co devozione, me so girato, pe quardà er regazzino, e jò detto ar Signore: me tengo er mio dolore e scusame per la mia insistenza, nun me strazià er core, sarvame te prego sta creatura, abbi pazienza.
Papà non stringere così forte, non è così che devi volermi bene, non lo voglio il tuo amore, non chiudere le porte, ti prego, non toccarmi o grido forte... l'acqua mi ha lavato, scivolando sul mio corpo profanato, mi aveva fatto una promessa, ma era amore malato non sono più la stessa.
Dall'America, mo se so inventati, sta festa tanto arrinomata puro l'Italia ogni anno s'è aggregata, nun ce saremo troppo allargati; ma a me me pare l'urtima stronzata. Metteno le zucche in bella vista, le svotano, le pittano, tutti se vestono da streghe, come se nun ce l'avemo già e a certe zucche ce mettono un cerogeno pe le fa illuminà. Co tutte ste zucche vote che ce stanno, tra quelle vere e finte me confonno, nun s'arriconoscono pe certo co tutti sti cervelli che se so fumati, valli a ritrovà dove so annati. Doppo sta demenziale festa, tutti devono rientrà nei ranghi, ma la mattina pe fa funzionà er cervello, so tutti stanchi.
Non avere pace non avere me che comunque sola affamata d'amore pretendevo te. E non avevo occhi non capivo niente eri dentro l'anima prigioniera io. Come lama sempre mi colpivi il cuore sangue senza parole senza alcuna consolazione perché per forza ti volevo e la tua attenzione. Eri sempre vago quel poco che mi raccontavi per tutto il giorno ricordavo pensando per il tempo che non c'eri. Finalmente ho imparato un no! E poi un altro ed un altro ancora e mi piaceva di più che quel poco amore che mi concedevi. A chi dovevo il mio corpo e tutto quel che avevo a me, finalmente libera mi guardavo allo specchio rifletteva la mia vecchia immagine. Ho buttato quel che era di te fuori... fuori da me ora amo il mio viso ed il sorriso, che più non conoscevo mi accarezzo, mi amo sono bellissima e non me ne sono accorta non me l'hai detto mai ora sono libera e felice che te ne vai.
Amore ascolta il mio respiro non parlare sentirai solo il mio cuore lasciati scivolare tra brivido infernale ed estasi totale. Abbandonati e segui le tue mani le mie mani vivi con loro tutto di me la pelle e il suo profumo nel dolce e nel veleno tutta prendimi. A morsi e graffi sentirai la voglia ed il desiderio che ti fa come foglia ed io vento... ti lasci trascinare sopra questo sogno lasciami fare potresti morire ma ora stringimi, baciami sono tua... voglio sentirti gridare.