Scritta da: Marianna Mansueto
in Poesie (Poesie anonime)
Figlia delle stelle caduta in mezzo al mare,
figlia della terra che nessuno può toccare
vestita dalle onde spogliata da ogni vento;
madre della storia musica del firmamento.
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Figlia delle stelle caduta in mezzo al mare,
figlia della terra che nessuno può toccare
vestita dalle onde spogliata da ogni vento;
madre della storia musica del firmamento.
Anna,
come la luce di un mattino inaspettato
che filtra sicura
attraverso ogni apertura sul mondo,
così è il tuo sorriso
così si presenta ai miei occhi la tua dolcezza.
Anna,
cascata gelida è la tua voce,
risveglio dall'opaco tepore dell'ignoranza
sono le tue parole;
trovo la morte
nelle tue risate
troppo sincere per appartenere
a quest'insensibile terra.
Anna,
soffro nel sentire il tuo profumo
temo di vederlo aleggiare nell'aria
come un tormentoso e incantevole fantasma
durante la tua assenza.
Anna,
mantello di seta lucente
i tuoi capelli
si confondono
giocano,
con la meraviglia
dei tuoi occhi castani.
Anna,
esiste ancora l'amore?
Tu lo puoi saPere,
libro di un piccolo mondo
sei saetta,
illuminami, fulminami!
Anna,
ti amo, forse.
Indosso la maschera
Della felicità apparente...
Dove chi mi guarda
Vede... allegria e felicità...
Indosso la maschera
Della felicità apparente...
Dove il cielo è sempre azzurro...
i prati sempre in fiore...
Le colline sempre verdi...
Indosso la maschera
Della felicità apparente...
Dove ti tendo sempre la mano
Sono sempre pronta a sostenerti...
Indosso la maschera
Della felicità apparente...
Dove chi sa leggere i miei occhi...
Vede e sa...
Che è solo apparente
La maschera della felicità...
Giro per la strada
e non so dove sei,
ti vedo dappertutto
e non sai quanto ti vorrei,
e adesso che te ne sei andata
e forse non ritornerai mai più,
mi manchi,
mi manchi.
Io che ti ho sempre allontanato
dai pensieri miei,
ma per averti ora con me
non so cosa darei,
e giorni passano lenti
e chiedo perché non mi chiami più,
mi manchi,
mi manchi.
Provo ad immaginare
che cosa fai,
e ti vorrei telefonare
ma so che tu non parlerai,
non è così che doveva andare
quante cose non ti ho detto,
mi manchi,
mi manchi.
Ho pensato all'illusione
che ti ho dato,
ai pensieri che
non ho ascoltato,
al vuoto che lasci nella mia vita
che senza di te non ce la fa più,
mi manchi,
mi manchi.
Tieni stretto ciò che è buono,
anche se è un pugno di terra.
Tieni stretto ciò in cui credi,
anche se è un albero solitario.
Tieni stretto ciò che devi fare,
anche se è molto lontano da qui.
Tieni stretta la vita,
anche se è più facile lasciarsi andare.
Tieni stretta la mia mano,
anche quando mi sono allontanato da te.
Niente
provo a sentire un sentimento
non mi riempie
forse il vuoto
lasciato da un calice
solo falsamente riempito
di un vino che non disseta il mio cuore
il mio animo si rannicchia
in un angolo della doccia
mentre scorre un'acqua
fredda
come la solitudine
voci sorde intorno a me
richiamano l'attenzione delle mie idee
ma l'ombra che vive dentro il mio corpo
le riprende con ragnatele di tristezza
mi sento sola.
Ho fatto un patto col vento,
la mia voce gli ho donato perché arrivi a te in ogni momento.
Ho fatto un patto con il sole,
il mio amore gli ho donato perché ti scaldi in ogni istante.
Ho fatto un patto con Dio,
Il mio cuore gli ho donato perché mai ti faccia dubitare
Dell'immenso amore che provo per te.
Splendente è il giorno
che non chiede all'animo di nascere.
Sfuggente è il pensiero
di un'inquietudine che si scioglie.
Effimero e splendente
l'attimo di felicità che provo,
dolce e rassicurante
il percepirlo di nuovo.
È da sempre che ti cerco
in ogni dove invento il tuo sguardo
a piedi nudi ascolto i tuoi passi
nella notte che allontana i rumori
tra pagine bianche che vorrebbero traboccare di poesie
tra rami di alberi secolari che sfidano il cielo
È da sempre che ti cerco con la lanterna del cuore
per far luce senza abbagliare
sottovoce per non violare il tuo silenzio
nell'alba che dicevi di amare
al tramonto che mi rende incapace di parlare
È da sempre che ti cerco
nella musica che ha segnato il nostro viaggio
dal ritmo lento dal quale ci siamo lasciati cullare
nelle notti senza tempo come gabbiani in cerca di pace
E sul sentiero che fiancheggia la collina della luce
ti ho ritrovato com'eri, con gli occhi pieni di gioia e le mani
calde di piacere! È bastato uno sguardo, l'incontro
delle nostre voci fuse come melodie, il nostro percepirci,
il solo esserci, il riscoprirci ancora misteriosamente attratti,
per ritornare a quell'incanto che sapevamo da sempre solo nostro!
In bilico, tra il ricordo e l'oblio
da una parte la certezza di rivederti, una volta
dall altra viverti come quando non lo è stato mai.
Lunghe spiagge dorate che devote al loro mare
spartiscono il dolore antico di qualcosa incompiuto
dove solo nelle pareti dell'anima
ha il tempo per riposare e riprendere a camminare.