Ascoltami, o Dio! M'avevano detto che Tu non esistevi ed io, come un idiota, ci avevo creduto. Ma l'altra sera, dal fondo della buca di una bomba, ho veduto il Tuo cielo. All'improvviso mi sono reso conto che m'avevano detto una menzogna. Se mi fossi preso la briga di guardare bene le cose che hai fatto Tu, avrei capito subito che quei tali si rifiutavano di chiamare gatto un gatto. Strano che sia stato necessario ch'io venissi in questo inferno per avere il tempo di vedere il Tuo volto! Io ti amo terribilmente... ecco quello che voglio che Tu sappia. Ci sarà tra poco una battaglia spaventosa. Chissà? Può darsi che io arrivi da te questa sera stessa. Non siamo stati buoni compagni fino ad ora e io mi domando, mio Dio, se Tu mi aspetterai sulla porta. Guarda: ecco come piango! Proprio io, mettermi a frignare! Ah, se ti avessi conosciuto prima... Andiamo! Bisogna che io parta. Che cosa buffa: dopo che ti ho incontrato non ho più paura di morire. Arrivederci!
(Questa preghiera è stata trovata nello zaino di un soldato morto nel 1944 durante la battaglia di Montecassino)
Sentire una bella canzone ma non averti vicino, vedere il mare al tramonto e non averti vicino, sentirsi tristi e non averti vicino, sentirsi felici e non condividerlo con Te, non ti ho vicino ma sarai sempre nel mio cuore. Come un arcobaleno senza colori, come una stella senza luce, come un albero senza foglie, come un gabbiano senza ali mi sentirò, ma quando aprirò il ricordo di Te nel mio cuore, impazzirò d'amore.
Ammaliata dai tuoi occhi, specchio del tuo pensiero... vorrei riflettermi in quello specchio, scoprire la bellezza, l'entusiasmo di una carezza... ma questi diamanti brillano altrove... Mi basta sapere che esistono... e nel più piccolo angolo del mio cuore mi emoziono ancora.
La mia vita era vuota, dannatamente vuota... Poi un giorno mi sono voltata e tu eri lì... Pronta a riempire quel vuoto. Credevo fossi un angelo mandato dal cielo... Poi tutto è diventato più difficile E ho capito la verità... Non eri un angelo ma un diavolo mandato per farmi sprofondare dal paradiso all'inferno.
Scusami. Come posso espiare le mie colpe? Il mio senso di "libertà" sprigiona profonde emozioni e libera dolci poesie donandoli all'unica Dea dell'Olimpo...
Non c'è limite... se non in noi stessi... non c'è nulla che possa prevalere. Se non in noi Stessi! Vieni con me... lasciati guidare... vieni con me... non temere... vieni con me... lasciati andare... ti porterei dove tu non sai... ti condurrò dove tu non sai... ma ti accompagnerei... se pur per un breve tratto... per quel tragitto, a te ancor sconosciuto e non temere non troverai né difficoltà né ostacoli... né Limiti... Se non quelli che tu porrai Ma... se vieni con me... Se decidi di farlo... Allora... so già che ti perderai... Bevi con me dallo stesso calice Un vino rosso... rubino Nero d'Avola in purezza... Il tuo preferito... sorseggiandolo dallo stesso calice... gusta anche me... Adesso chiudi gli occhi... Lasciti andare... non pensare... non porre né limiti né resistenze... Perché adesso... ti porto via con me... ti porterò in un luogo che va oltre la realtà un luogo... dove non vi regna null'altro che Il Piacere, l'estasi, l'oblio l'abbandono "Al Piacere Assoluto" Un luogo che potrai raggiungere... Solo insieme a me... chiudi gli occhi, dammi la tua mano e tienimi su di te... stringimi forte avvolgimi più che puoi... con la forza delle tue braccia mani... curiose si cercano... si legano come stringhe... legate come corde di seta nera e null'altro sentono... null'altro che il mio corpo sopra di te... sopra le tue gambe cercati... cercami... scopriti... gustami... annusami... leccami... fatti assaggiare, fatti sentire... fammi sentire... sentire di più... fino a morire... morire di piacere! Corpi ormai umidi... caldi irrequieti... desiderosi... docili e indomabili... si muovono in preda ad una follia pura fino a perdersi... dentro un "Estasiante Piacere Assoluto!" in quel momento correremo insieme, ed insieme giungeremo in quel luogo dove tutto è leggero... dove tutto genera ... l'Origine di tutte le cose. In quell'istante riuscirai a vedere dentro i miei occhi... tutto ciò che è in te Qui, dentro di me... un viaggio intenso stancante... avvilente ma un viaggio che fino d'oggi avevi rimandato ormai da troppo tempo... ma vale la pena... vale la pena di farlo, voglio fare questo viaggio con te... ancora... ancora e un'altra volta e ancora... fino a sfinirci... fino a morire.
Che l'amore trionfi sussurrò colui che era definito il vile, colui che per le sue colpe era stato trafitto da qualsiasi verbo che le persone erano un grado di proferire in base a una sola campana suonante. Da uomo schernito, lui si alzò, guardo tutti e disse: "che il mondo non mi abbia donato la perfezione io lo so, ma mi ha donato la capacità di capire il mio errore e trasformalo nel mio vantaggio più grande. Chi parla è colei che l'amore non sa cos è e lo usa per dare più corpo alla sua vita priva di evento, al suo spirito privo di sogni. Che l'amore trionfi, ma per chi lo usa per sentirsi meno solo sia il più grande dolore della sua vita" questo è l'uomo vile, che in un battito d'ali e uno sguardo rivolto al cielo, cancella il suo passato e rivive nel sorriso di quelle persone per cui lui è il valore non ciò che rappresenta.
Il ripetersi incessante d'armonie di pianto, ricordi sparsi, persi rancori lacrime d'odio e di dolce perdono, grida mutate dal pianto, desideri, sopiti nell'animo, di dolcezze nel mondo sparse e nel cuor svanite
Un lamento costante permane nello stravolto volto avvolto nel pianto, eterno e muto in frammenti tra delicati e devastanti eventi, Un lamento sparso nel vuoto di un anima dolorante che implora dolcezza
Il gridare d'una sola notte di freddo lacrimare, il rifletter del vile dolore, il tremare della delusione coglie convulsi spasmi di pianto che, implacabili, conducono l'anima a vani pensieri
Il ricordo di tenere voci, suadenti menzogne, tormento dell'anima affranta e sorgono tra fiumi di pianto ingenui perché. Ampolle di cristallo s'infrangono, fittizie illusioni di relazioni sopite
Deluse speranze, illuse e tradite, rantolano morenti tra crudeli realtà, come pesci su nuda roccia ma non spirano, vivono sofferenti e contorte tra mari di sangue versato dal cuore impigliato e squarciato da acuminati rovi di false promesse...
Nulla... né rancore né odio... Nulla... nemmeno conforto. Solo cupa rassegnazione, pace corrotta da un nero oblio, vuota serenità dal sapore di morte... Un Nulla vorace che tutto divora... Unico superstite.