Scritta da: Anonimo Anonimo

Quello che vorrei

Lontana sei inconsapevole,
la tua inventiva mi stupisce,
originale in questa indifferenza
io non posso far altro che sognarti.
Lo faccio ogni notte,
mi lascio trasportare da dolci pensieri
e viziare da quelli della carne.
Ti confesso che un pensiero costante mi assale,
porterei indietro ogni secondo
pur di riviverti.
Ogni notte parto per vasti campi,
rimango nascosto nella nebbia,
mimetizzato tra gli alti fusti,
in sospensione tra sogno e realtà
mi isolo e ritorno da te.
Sogno di portarti con me,
lì in quei campi che non esistono,
dove ti affronterei tra l odore della rugiada
e la fredda luce della luna.
Ti inviterei a combattere le tue paure
e a conoscermi in quei teneri sogni,
ed è forse solo così che sentiresti
l'urlo straziante del mio cuore
che ancora ti cerca.
In quei campi aleggia una strana aria
quasi sensibile al tatto,
tu saresti confusa,
lontana da tutto,
e circondata da quell'aurea
misticamente respirerai il mio profumo
e ti sazierai.
Assisterai alla morte dei tuoi problemi
e curiosa ti allontanerai.
La luna maternamente ti parlerebbe
mostrandoti il suo lato scuro,
ti racconterebbe i miei segreti che come un bambino,
in tutti queste notti,
ho saputo confidarle.
Tu, libera dai pensieri
stupita da tutto rimarresti lì ad ascoltarla,
io complice della scura notte
sarei lì ancora nascosto a guardarti e desiderarti.
Poi al cenno di un tuo riposo,
ti sorprenderei raggiungendoti,
abbraciandoti colmerei il mio desiderio di te
e tu incredula rimerresti immobile,
rapita dall'estasi e dalla mia dolce voglia.
Danzeremo uniti in un abbraccio,
come due teneri amanti
ci sporcheremo di quella misteriosa terra,
resi complici dal desiderio.
Alla fine esausti riposeremo
abbracciati sull'erba,
e attenderemo l'alba di un nuovo sogno.
Anonimo
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    Scritta da: Assia & Niki
    Impara ad ascoltare prima di parlare,
    impara ad osservare non fermarti solo a guardare,
    impara a scoprire l'essenza dell'anima prima ancora dell'apparire,
    impara a donare prima di pretendere di ricevere
    è nelle cose semplici che arricchirai la tua vita e scoprirai l'essenza del vero amore.
    Anonimo
    Composta venerdì 26 agosto 2011
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      Scritta da: Pierre

      Notte di pianto

      Il ripetersi incessante d'armonie di pianto,
      ricordi sparsi, persi rancori
      lacrime d'odio e di dolce perdono,
      grida mutate dal pianto,
      desideri, sopiti nell'animo,
      di dolcezze nel mondo sparse
      e nel cuor svanite

      Un lamento costante permane
      nello stravolto volto avvolto nel pianto,
      eterno e muto in frammenti
      tra delicati e devastanti eventi,
      Un lamento sparso nel vuoto
      di un anima dolorante
      che implora dolcezza

      Il gridare d'una sola notte
      di freddo lacrimare,
      il rifletter del vile dolore,
      il tremare della delusione
      coglie convulsi spasmi di pianto
      che, implacabili, conducono
      l'anima a vani pensieri

      Il ricordo di tenere voci,
      suadenti menzogne,
      tormento dell'anima affranta
      e sorgono tra fiumi di pianto
      ingenui perché.
      Ampolle di cristallo s'infrangono,
      fittizie illusioni di relazioni sopite

      Deluse speranze, illuse e tradite,
      rantolano morenti tra crudeli realtà,
      come pesci su nuda roccia
      ma non spirano, vivono sofferenti e contorte
      tra mari di sangue versato
      dal cuore impigliato e squarciato
      da acuminati rovi di false promesse...

      Nulla... né rancore né odio...
      Nulla... nemmeno conforto.
      Solo cupa rassegnazione,
      pace corrotta da un nero oblio,
      vuota serenità dal sapore di morte...
      Un Nulla vorace che tutto divora...
      Unico superstite.
      Anonimo
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        Essere giovani non significa una stagione della vita
        bensì un modo di essere:
        il ruolo di guida è affidato alla volontà,
        gioventù è espressione dello spirito,
        della forza immaginativa,
        dell'intensità dei sentimenti;
        gioventù significa vittoria del coraggio
        sullo sgomento,
        vittoria dell'amore per il nuovo, sulla
        staticità.
        Non si diventa vecchi perché si è vissuto
        un certo numero di anni: si diventa vecchi quando si rinuncia agli ideali.
        Gli anni segnano la pelle,
        la perdita di ideali segna lo spirito.
        Pregiudizi, dubbi, timori, perdita di speranza
        sono nemici che poco per volta spingono
        verso terra,
        anzitempo, ancora prima di tornare
        alla terra...
        Giovane è chi ancora riesce a meravigliarsi
        ad entusiasmarsi;
        chi ancora chiede, come un insaziabile
        bimbo: "E poi?"
        e chi provoca gli eventi e sa gustare il
        gioco della vita.
        Siamo giovani come la nostra fiducia
        vecchi come il nostro dubbio;
        giovani come la fede in noi stessi, nella
        nostra speranza,
        vecchi come il nostro scoramento.
        Rimarremo giovani, finché rimarremo
        ricettivi
        per il bello, il bene, il grande; ricettivi per
        il messaggio
        della natura; del nostro prossimo...
        dell'incomprensibile.
        Se un giorno il nostro cuore fosse corroso
        dal pessimismo,
        avvinto dal cinismo, Dio abbia pietà della
        nostra anima
        dell'anima di un vecchio.
        Anonimo
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          Scritta da: Assia & Niki

          Vorrei...

          Oggi vorrei farti un regalo,
          un regalo speciale,
          un dono che mai potrai scordare.
          Vorrei regalarti un sogno,
          mille sorrisi,
          il mio pensiero più profondo.
          Mai nessuna lacrima vorrei scorresse sul tuo bel viso,
          mai niente e nessuno vorrei spegnesse il tuo sorriso...
          A te che sei l'unico uomo per me,
          ti regalo ancora una volta tutto il mio cuore,
          perché tu possa sempre sentire i brividi dell'amore
          che solo quello vero può dare.
          Anonimo.
          Anonimo
          Composta martedì 12 aprile 2011
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            Scritta da: Dora
            Un sant'uomo ebbe un giorno da conversare con Dio e gli chiese: - Signore,
            mi piacerebbe sapere come sono il Paradiso e l'Inferno.
            Dio condusse il sant'uomo verso due porte.
            Aprì una delle due e gli permise di guardare all'interno.
            Al centro della stanza, c'era una grandissima tavola rotonda.
            Al centro della tavola, si trovava un grandissimo recipiente contenente cibo dal profumo delizioso.
            Il sant'uomo sentì l'acquolina in bocca. Le persone sedute attorno al tavolo erano magre, dall'aspetto livido e malato.
            Avevano tutti l'aria affamata. Avevano dei cucchiai dai manici lunghissimi, attaccati alle loro braccia.
            Tutti potevano raggiungere il piatto di cibo e raccoglierne un po',
            ma poiché il manico del cucchiaio era più lungo del loro braccio, non potevano accostare il cibo alla bocca.
            Il sant'uomo tremò alla vista della loro miseria e delle loro sofferenze. Dio disse: -
            Hai appena visto l'Inferno. Dio e l'uomo si diressero verso la seconda porta.
            Dio l'aprì. La scena che l'uomo vide era identica alla precedente.
            C'era la grande tavola rotonda, il recipiente colmo di cibo delizioso che gli fece ancora venire l'acquolina.
            Le persone intorno alla tavola avevano anch'esse i cucchiai dai lunghi manici.
            Questa volta, però, le persone erano ben nutrite e felici e conversavano tra di loro sorridendo.
            Il sant'uomo disse a Dio: - Non capisco! - è semplice, rispose Dio, dipende solo da un'abilità.
            Essi hanno appreso a nutrirsi gli uni gli altri, mentre gli altri non pensano che a loro stessi.
            Anonimo
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