Non seppi mai il suo nome
né il tempo le concesse l'attimo
di darmi l'anima e non il corpo
di sciogliere le labbra nelle mie.
Notte di un'estate inquieta
pregna di oblio, desideri e umori
maledetta ed arida quanto basta
per essere preda dei propri amori,
fu l'aria che saliva dalla valle,
respiro denso di resina a fronde
soffio inquieto che girava in tondo
nell'aurea danza della vita,
fu la luce fioca ed il silenzio
il mare calmo a far da sfondo
la sua carne debole... eccitante
lo sguardo sempre più profondo.
Non seppi mai il suo nome,
...e lei neppure chiese il mio
forse fu così che in fondo
non ci fu nemmeno il tempo dell'addio.
Anonimo
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    Scritta da: Corvetto Corvetto

    Anna Giusto

    Son 7 gli anni passati e la mia anima vaga ancora nel tuo dolce ricordo
    in quell'immenso giardino fiorito, di rose, e profumi incantevoli, in cima alla
    grande montagna che guarda i galli, al sorgere della luna il suo profumo
    si espande tanto da entrarti nell'anima e nel cuore, li avrei vissuto per mille anni
    insieme a te, il nostro tempo ormai è finito, quello che si fa in vita riecheggia
    per sempre e per sempre sarai nel mio cuore, ringrazio Dio per avermi permesso anche se
    per un attimo di entrare in paradiso.
    Anonimo
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      Scritta da: Fra Libertaria

      Nanneddu meu (Giovanni mio)

      Nanneddu meu su mundu est gai,
      a sicut erat non torrat mai.
      Semus in tempos de tirannias, infamidades e carestias;
      commo sos populos cascan che canes gridende forte "cherimus pane". Famidos nois semus
      pappande pane e castanza,
      terra cun lande;
      terra ch'a fangu, torrat su poveru senz'alimentu, senza ricoveru.
      Cussas banderas numeru trinta de binu bonu mudana tinta;
      appena mortas cussas banderas
      non pius s'osservan imbriagheras. Semus sididos, issa funtana pretende s'abba parimus ranas.
      Abbocaeddos, laureados, buzzacas boidas e ispiantados.
      Adiosu Nanni, tenet'a contu,
      fache su surdu,
      ghettad'a tontu;
      e tantu l'ides:
      su mundu est gai a sicut erat non torrat mai.

      Giovanni mio il mondo è così,
      come era non tornerà.
      Siamo in tempo di tirannia, infamità e carestia;
      ora i popoli sono come cani gridando forte "vogliamo pane".
      Siamo affamati
      mangiando pane e castagna,
      terra di ghiande;
      terra col fango, torna il povero senza cibo, senza dimora.
      Quelle 30 bandiere con il vino buono cambiano colore;
      appena morte quelle bandiere
      non si vedono più sbronze.
      Siamo seduti nella fontana bagnandoci come rane.
      Avvocati, laureati, tasche bagnate e vuote.
      Addio Fiovanni, ricordati,
      fai il sordo,
      diventa tonto;
      tanto lo vedi:
      il mondo è così per sempre.
      Anonimo
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        Le mie risposte
        sono solo dei forse.
        Sento ancora l'impulso
        di stare abbracciata a lui
        che si accoccola su di me.
        Avrei voglia di stringerlo.
        Salvarlo da ciò che non è riuscito a vedere.
        Avrà trovato il coraggio di essere se stesso?
        Un'altra domanda a cui rispondo forse,
        guardandomi allo specchio.
        Anonimo
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          Scritta da: Danza di Venere
          Cerco i tuoi occhi,
          cerco di rapirti,
          cerco il contatto,
          cerco te in ogni angolo, dove sei?

          Mi chiedo dove sei ogni giorno,
          mi chiedo cosa fai e se mi pensi,
          non ti chiedo il tuo tempo,
          il mio lo dedico già a te.

          Aver ricevuto un tuo contatto,
          mi ha stupito, spiazzato reso felice,
          credo sia il più sincero dei sentimenti,
          aspettare un tuo apprezzamento,
          accorgimento non so cosa è, io lo chiamerei amore.

          Non turbarti per questa parola,
          non la uso così spesso come sembra,
          la rivolgo a chi veramente mi riscalda l'anima,
          vorrei solo poter di più ma non vorrei ferirmi.
          Anonimo
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            Scritta da: Danio Ernesto

            La mia isola

            Viaggiavo come un relitto nel mare in tempesta.
            nessun'isola all'orizzonte
            nessuna nave che incrociasse la mia rotta.

            La salsedine mi dilaniava la carne
            gli occhi ridotti a due fessure e le labbra screpolate
            e sanguinanti.

            Dio, non immaginavo fosse così difficile morire.
            Non potevo sapere che il mio corpo,
            con inaudito accanimento, potesse
            lottare così strenuamente per vivere.

            Ma non sarebbe durata a lungo l'agonia.
            Già, in lontananza, mi parve di scorgere dei volti.
            O erano semplicemente nubi
            venute a ghermirmi.

            Fradicio era il cuscino quando
            mi svegliai d'improvviso.
            Tumultuoso il mio cuore quando
            mi girai sul fianco.

            E tu eri lì.
            Tu, la mia isola deserta
            Tu, la mia nave venuta in soccorso
            Tu, che mi hai ridato la vita.
            Anonimo
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              Scritta da: Elisabetta

              Al sicuro?

              Chiese un caro bambino piccino
              A suo padre in un giorno radioso:
              "Posso dare me stesso a Gesù,
              perché Egli lavi i miei peccati?
              "Oh, figlio mio, ma sei così piccino!
              Attendi d'esser più cresciuto;
              i grandi, è vero, han bisogno di Lui,
              ma i piccini, lo sai, sono al sicuro".

              Così disse il padre al suo maschietto,
              mentre stava arrivando un temporale:
              "Sono tutte le pecore al riparo,
              al sicuro nell'ovile, figlio mio?"

              "Tutte le grandi lo sono, padre mio,
              ma gli agnelli li ho lasciati andare,
              perché non credevo occorresse;
              i piccini, lo sai, sono al sicuro".
              Anonimo
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