Scritta da: *marta*
in Poesie (Poesie anonime)
"Questa notte
resterò sul mondo,
aspettando che venga giorno.
Dolcemente pensandoti".
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"Questa notte
resterò sul mondo,
aspettando che venga giorno.
Dolcemente pensandoti".
Il sole splende
il cuore rimane freddo
la vita sorride
ma gli incubi
tornano più crudeli di prima
ridi e i tuoi occhi
ti tradiscono
velati da una strana
malinconia
che non si può cancellare
perché l'unica cosa
che farebbe risplendere
di gioia quegli occhi
è un'amore profondo
chiuso in fondo
al proprio cuore.
Tu per me sei
Incantevole come il sole
Allora io non posso rinunciare
Mai a te perché
Ormai sei mio.
Restar solo con le mie paure,
i pensieri, progetti,
pesanti si riempiono dello scrosciante
rumore della pioggia.
Il tiepido calore di casa mi protegge
dal freddo e scuro vetro che immobile
si affaccia ad un prossimo giorno.
Scuri capelli accarezzano mani livide
cercando di trattenerne il dolore,
in bocca solo il dolce e grumoso sapore di frutti invernali
mischiato al delizioso sapore del cacao.
Un amico,
i pugni chiusi, un abbraccio, un sorriso,
il conforto, le lacrime, i dolori, le gioie.
Una morbida coperta di lana, l'amaro profumo di un camino,
l'accogliente rumore del legno sotto i leggeri passi
di un nudo piede che stanco trova riposo,
dove il tiepido calore mi protegge dal freddo vetro
che scuro si affaccia ad un prossimo inverno.
Coltello in bocca
denti stretti,
pronto metto a fuoco,
determinato,
gestisco le armi,
sanguino
non mollo,
come potrei?
Flusso sottocutaneo
sgorga e si mescola
con i pensieri,
travaso le idee
e il sangue nella carta;
ultima, infinita,
echeggiante parola.
Scusa.
Mi vendeva il suo corpo.
Non capiva che volevo la sua anima,
il suo cuore, a cui non apparteneva a nessun uomo.
Qual era il segreto per aprirlo?
Scoprire il suo interno per renderlo mio.
Ci provava a rendere di più,
ma non riusciva,
non capiva che
nei miei occhi c'era solo lei,
nei suoi solo il vuoto.
Natale di plastica e vento,
Di luci bugiarde.
Natale di fame
Di imbrogli, di sottomissione.
Natale senza veli
(la pace è solo utopia. )
Natale e fa freddo nelle baracche
Piove in casa e l'acqua manca
Il pianto di un bimbo nel buio
Un cane che scende
Sotto una pallida luna.
Il tempo dei poveri non cambia.
Le mie risposte
sono solo dei forse.
Sento ancora l'impulso
di stare abbracciata a lui
che si accoccola su di me.
Avrei voglia di stringerlo.
Salvarlo da ciò che non è riuscito a vedere.
Avrà trovato il coraggio di essere se stesso?
Un'altra domanda a cui rispondo forse,
guardandomi allo specchio.
Nugoli di parole
paion polvere
nella mia anima scomposta...
Una sonata macabra
è questo trillo
che afferra e distrugge
e ferisce,
e di nuovo lacera
quel che resta del sé.
Non esiste alcun sapore, odore o tepore
che possa contrastare
questo cupo canto di te
morte,
compagna dei miei sensi,
vita sfrontata,
puttana!
Chino il capo vinta...
Fredde catene di niente
ci legano,
in un abisso senza fondo
si consuma la mia follia.
Vorrei vorrei essere un gabbiano
per volare lontano
vorrei, vorrei essere una farfalla
per volare sulla tua spalla
vorrei, vorrei essere una stella
per essere la più bella.